(Non) tutto su mio padre

9 dicembre 2014

Il documentario è un atto d’amore da parte di Robert De Niro nei confronti del suo omonimo padre, un pittore che era riuscito a farsi un nome nell’immediato dopoguerra ma non a mantenerlo, e che è stato definitivamente oscurato dall’avvento della pop art. Robert De Niro sr. era anche gay, e pare di capire che visse in modo piuttosto travagliato la propria identità sessuale, divorziando dalla moglie e conducendo una vita appartata e tutto sommato nevrotica.

L’atto d’amore del figlio celebre per il padre che celebre avrebbe voluto essere è sincero, accorato, talora commosso, evidentemente compensativo nei confronti di un genitore rimasto troppo ai margini della famiglia. Rappresenta però anche il limite del documentario: voglio dire che difficilmente qualcuno avrebbe potuto pensare di girarne uno su De Niro sr. se non fosse stato il padre di De Niro jr., e che in questi 40 minuti sia la figura dell’uomo sia quella dell’artista emergono alquanto sfocate.

Nell’insieme non si riesce a dare l’impressione che sia opportuna una rivalutazione o una riscoperta del pittore, il cui percorso emerge in modo frammentario e parziale, sicché è impossibile farsi un’idea esatta della sua parabola, al di là del suo declino costante. Ma lo stesso si può dire dell’uomo, e qui l’impressione è che la discrezione e l’affetto impediscano uno scavo reale nella figura ordinaria di un omosessuale represso e depresso.

L’omosessualità di De Niro sr. è stata propagandata in lungo e in largo per pubblicizzare il documentario, ma nonostante il figlio abbia i diari del genitore a disposizione, ne ricava solo pochi passi molto discreti: lungi dal voler scavare davvero nel passato dell’uomo, non si dice pressoché nulla di come ha vissuto la sua omosessualità dopo la fuoriuscita dalla famiglia (tantomeno di come l’ha vissuta prima). Particolarmente significative sono proprio le testimonianze di De Niro jr., che anziché aggiungere e completare il quadro un po’ alla volta non fanno che ripetersi per tutto il documentario.

Tutto quello che si viene a sapere alla fine è che De Niro sr. ha inizialmente represso la sua omosessualità, poi è stato a lungo depresso perché convinto di essere un grande artista non riconosciuto, mentre sul piano personale non sembra essere stato capace di costruire legami stabili. Un po’ poco per suscitare un interesse al di fuori della cerchia famigliare.

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