recensione di Elena Romanello
Polvere
La narrativa italiana a tematica omosessuale sta crescendo, sia pure con un ritardo storico rispetto ad altri Paesi, e ci sono case editrici anche indipendenti e non legate ai grossi gruppi editoriali che propongono storie in tema, con prove di autori e autrici spesso esordienti e capaci di trattare questi argomenti con interesse e cognizione di causa.
Un esempio di questo è la veneta Runa editrice, con il romanzo Polvere di Francesco Mastinu, classe 1980, che si confronta con una storia non coeva alla sua generazione nella Sardegna, quella dei suoi padri se non dei suoi nonni, per raccontare la storia d’amore tra due uomini, dagli anni Cinquanta ad oggi, in un paesino dell’isola che vede il passaggio da una società pastorale ad un mondo industriale, senza riuscire a superare certi pregiudizi ancora presenti in un microcosmo in cui la modernità è arrivata in modo solo superficiale, con automobili e telefonini, e non dentro l’animo delle persone.
L’ormai anziano Rino sta morendo e ricorda il suo passato, il suo amore proibito per Bastianu, coetaneo cresciuto con lui con già voci che giravano sul suo conto, il suo matrimonio di facciata durato però una vita, il ritorno varie volte dell’amato fino alla perdita definitiva, con la speranza forse di potersi ritrovare chissà dove.
Un libro struggente e romantico, tra pregiudizi e un amore comunque più forte di tutto anche se impossibile, che racconta sia cosa voleva dire essere omosessuali decenni fa in società agricole, sia un mondo al tramonto ma che non sa cambiare, con un’ottima ricostruzione sociale e d’epoca e una vicenda che lascia comunque con un groppo alla gola.
Rino e Bastianu rappresentano due modi diversi di essere omosessuali ieri ma anche un po’ oggi, il primo il nascondersi dietro ad una facciata eterosessuale, il secondo l’allontanarsi da casa e famiglia per vivere la propria vita in altri posti più aperti, fino alle estreme conseguenze.
Una storia d’amore appassionata e fuori dagli schemi, che dura tutta una vita e anche oltre, e che sottolinea ancora una volta come tutto l’amore sia uguale e quello che fa la differenza sono odi, pregiudizi, imposizioni. L’autore, un giovane uomo di oggi, che forse si è basato su storie sentite dalle sue parti, dedica la sua storia, questo romanzo breve che si legge in fretta ma che rimane, alla possibilità che un giorno in Italia anche le coppie gay siano riconosciute, come avviene altrove.