Girl Crush

3 marzo 2015

L'adulterio è uno dei leitmotiv della musica country, e i risultati sono interessanti soprattutto se a cantare è una donna. La stragrande maggioranza delle artiste mainstream ha scalato le classifiche con osservazioni più o meno consuete sull'argomento: il capolavoro assoluto è stato firmato da Dolly Parton con Jolene, in cui una moglie non teme il disonore e l'umiliazione nell'implorare l'amante di lasciarle il marito — e nel rispettarne la bellezza: «rossa di capelli, pelle d'avorio, occhi verde smeraldo, [...] io non posso competere con te, Jolene» — perché «tu puoi avere tutti quelli che vuoi, ma io non amerei mai più: è l'unico per me».

Altro pezzo pionieristico fu It Wasn't God Who Made Honky Tonk Angels, con cui Kitty Wells raggiunse la vetta delle classifiche nel 1952: era la prima volta che la #1 era occupata da una donna, e la canzone era una risposta coraggiosa (quantomeno per l'epoca) a una canzonaccia di un cantantucolo che giustificava/negava l'attitudine al tradimento dei mariti invocando il solito vecchio adagio secondo cui le donne sono naturalmente provocanti e sataniche, mogli comprese. Tammy Wynette scrisse e cantò un grandissimo numero di storie extraconiugali, e non a caso: ebbe cinque matrimoni, quattro divorzi, una vita amorosa degna di un premio Oscar. L'opera migliore è la post-coitale You and Me, in cui la voce cantante giace nel letto in fianco a un uomo pensando a un altro, oggetto di un desiderio costante nonostante la donna sia conscia dell'impossibilità di un esito positivo. Più fonti confermano che Wynette la cantasse vagheggiando Burt Reynolds. Poi ci sono state Loretta Lynn (con Fist City, You Ain't Woman Enough, più di recente Family Tree, tutte più esuberanti che attendibili), Reba McEntire con Whoever's In New England e le cover senza mezze misure di The Night the Lights Went Out in Georgia e If I Were a Boy, Shania Twain col suo eccesso di punteggiatura e di tutto il resto (Whose Bed Have Your Boots Been Under? è uno dei titoli migliori degli anni '90), Lee Ann Womack con la spudorata There's More Where That Came From e l'indecisa Last Call.

Tra le nuove leve la più originale è senz'altro Miranda Lambert, che ha un approccio meno delicato alla questione: in Kerosene dà fuoco al compagno e all'amante, e anche a tutto il resto già che c'è; in White Liar si vendica di un promesso sposo fedifrago cornificandolo con orgoglio; in Crazy Ex-Girlfriend... be', non c'è nemmeno bisogno di spiegare. Ashley Monroe ha firmato uno dei pezzi più belli dell'anno scorso con She's Driving Me Out of Your Mind, idem Kacey Musgraves con Merry Go 'Round. Più sciape e decisamente poco country Carrie Underwood (anche se Before He Cheats ha avuto enorme successo), Jennifer Nettles degli Sugarland (Stay mi è sempre parsa insincera nonostante la profusione di lacrime nel video e nelle esibizioni dal vivo) e la lagnosa Sara Evans con Cheatin'.

Alla lista delle nuove leve degne di menzione si sono recentemente aggiunti i Little Big Town. gli ABBA della musica country: noti per un repertorio sbarazzino e uptempo, con Girl Crush hanno inciso la ballata perfetta. Melodia e arrangiamento ricordano tantissimo Just You and I di Angelo Badalamenti, direttamente dalla celebre scena del triangolo amoroso in Twin Peaks, e neanche questo è un caso. Il testo è però il vero elemento di novità: per riassumere brevemente la situazione, lui tradisce lei con l'altra, e lei non riesce a fare a meno di pensare... all'altra. «Sono infatuata di lei/ Odio ammetterlo, ma/ Son proprio ingrifata/ E la cosa non accenna a smettere». E ancora: «Non riesco a dormire/ Non riesco a trovar pace/ Se penso a lei/ Sotto le tue coperte./ Il modo in cui lei sussurra/ Il modo in cui ti attira a sé/ Dio solo sa se ci ho provato,/ Ma non riesco a togliermela dalla testa». Nel ritornello si corregge un po' il tiro, ma nemmeno troppo: «Voglio baciare le sue labbra/ Perché sanno di te», o anche «Voglio annegare/ Nella sua boccetta di profumo,/ Voglio i suoi capelli lunghi e biondi/ E voglio il suo tocco magico/ Sì, perché poi magari/ Anche tu mi vorresti allo stesso modo». Stupenda l'ambiguità finale su "just as much": allo stesso modo in cui lui vuole l'altra o allo stesso modo in cui lei vuole l'altra? Chissà.

Ora, si può obiettare che un testo del genere non è tutta 'sta gran novità. Lo è per l'industria country mainstream, dove ancora si fatica a cantare di omosessualità. Artisti country e gay hanno cantato di adulterio in coppie gay o di bisessualità, ma non hanno certo scalato le classifiche. Doug Stevens, Mark Weigle, Sid Spencer, Chely Wright, Ty Herndon... chi più ne ha, più ne metta. Ma non sono mainstream, oppure lo sono stati ai tempi in cui fingevano eterosessualità.

Si può anche obiettare che il testo manchi di coraggio per via della parziale ritrattazione del ritornello. Attivisti formato Tumblr hanno anche protestato per l'uso dell'espressione che dà il titolo alla canzone: darebbe a intendere che quella del lesbismo è soltanto una fase da superare in vista del "vero" amore, cioè quello eterosessuale. Spesso però, come succede in questo caso, il non-completamente-detto è più efficace e credibile della solita solfa militante e dottrinale: la comprensibile reticenza di una donna che per la prima volta si innamora di un'altra donna, l'imperfezione del sentimento, la passione che sconfina nell'ossessione... è tutto molto country.

Insomma, questa Girl Crush non ha una virgola fuori posto, anzi ogni nota e ogni sillaba sono calibrate con somma maestria: si riconosce la mano esperta di Lori McKenna, tra le autrici, e l'interpretazione ora pacata ora intensa di Karen Fairchild rende il risultato verosimile. Qualche tempo fa i Little Big Town hanno anche cantato una cover bluegrass dell'inno gay dei nati dopo il 2000, alias Born This Way di Lady Gaga. Con buona pace degli agitatori improvvisati, sempre pronti a offendersi se qualcuno in buona fede si riferisce a Chaz Bono col pronome sbagliato, l'omofobia sta altrove. Ammesso e non concesso che la parola abbia ancora un senso, dato l'uso fuori luogo che ne fanno ogni trenta secondi.

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