recensione di Marco Valchera
Una nuova amica
Già l’incipit di Una nuova amica è chiarificatore: una donna con abito da cerimonia che viene truccata. Lo spettatore pensa a un matrimonio ma, al contrario, si tratta del suo funerale. Questo meccanismo di disattesa delle aspettative è quello che mette in scena François Ozon lungo il corso della sua pellicola: il problema è che, procedendo, si scade nel paradosso e in un giochino combinatorio di chi sta con chi che alla lunga stanca. Il protagonista David (Romain Duris), appena persa la moglie e rimasto da solo ad accudire la figlia neonata, riscopre un antico ma sopito desiderio: il travestirsi da donna. Questo non lo porta ad avere pulsioni omosessuali – sebbene provi un certo piacere dall’essere palpeggiato da un uomo in un cinema – come racconta alla nuova confidente Claire (Anais Demoustier), migliore amica di sua moglie defunta, di cui era anche innamorata, e inizialmente molto scettica sulle nuove abitudini di David. Ma la donna impiega ben poco tempo a legarsi a Virginia, l’identità femminile del giovane padre. Sennonché, per nascondere la verità al marito di lei, Gilles (Raphael Personnaz), David gli confessa di essere gay, con una punta di piacere dell’altro: ed ecco il triangolo. Se in più ci aggiungiamo l’attrazione di Gilles per i trans che battono sulla strada, l’immaginazione perversa di Claire e il suo lato lesbico e la confusione creata da David/Virginia, il gioco si complica sempre di più fino ad arrivare all’attesa ma un po’ scontata Spannung e a un finale aperto che lascia presagire la nascita di una nuova unita famiglia.
C’è chi ha tirato in ballo Almodovar – ovviamente per la presenza di travestitismo – e chi addirittura Hitchcock: ma qui di tensione ce n’è ben poca e anche quando la colonna sonora sembra annunciare l’arrivo di qualche colpo di scena, tutto scorre placido per arrivare a un nuovo groviglio della trama. Ozon, inoltre, condisce il tutto con uno stile un po’ troppo patinato per una vicenda che avrebbe dovuto essere, negli intenti, morbosa e sensuale (lo dimostrano i nudi disseminati qua e là). Tratto liberamente da una novella di Ruth Rendell, con cui non condivide l’epilogo, Una nuova amica solleva interessanti questioni (omogenitorialità, transgenderismo) e sfrutta un buon cast, ma non riesce nel suo obiettivo di essere un thriller, tanto da colpire di più nei momenti in cui si trasforma in una commedia o in un semplice dramma borghese.