Scusi, lei è favorevole o contrario?

18 settembre 2015

Scusi, lei è favorevole o contrario?, uscito nel dicembre 1966, è il secondo film diretto da Alberto Sordi, che dieci mesi prima aveva firmato la regia di Fumo di Londra. Sordi ne è inevitabilmente anche protagonista, nonché sceneggiatore con Sergio Amidei e Dario Argento (non accreditato).

Il titolo fa riferimento al bollente dibattito tra i sostenitori e gli oppositori dell'introduzione della legge sul divorzio. Sordi – tanto per cambiare – si costruisce un personaggio simpaticamente contraddittorio e gioiosamente farisaico: il Commendator Tullio Conforti, un industriale cattolicissimo con l'incrollabile convinzione che solo Dio possa sciogliere il vincolo matrimoniale. Perché indispettire l'Onnipotente quando ci sono così tante soluzioni alternative al divorzio? Conforti infatti le ha messe in pratica tutte: è separato dalla moglie – la quale ha una conveniente relazione con un barone che Conforti riesce a manipolare a proprio piacimento – ed è riuscito a programmare scientificamente la propria settimana in modo tale da non trascurare i doveri contratti nei confronti di una grande quantità di amanti (perlopiù di lunga data) e di figli propri e altrui.

Nello stuolo di figure e figurine a cui Sordi si sforza di attribuire una personalità – con risultati più o meno magri – compare anche Igor, un cameriere inglese vistosamente effeminato, interpretato dal poeta americano (e caratterista felliniano) Eugene Walter, doppiato da Oreste Lionello.

Questo Igor è una sorta di Leporello omosessuale: Conforti lo ha eletto come complice delle proprie avventure, pur trattandolo con sufficienza quando il sottoposto si lamenta delle nudità esibite dalle sue amanti. Nei suoi dialoghi con Conforti, Igor accenna spesso ai suoi rapporti con un suo cosiddetto “nipote” (l'ultimo di una lunga serie), con cui lo sentiamo litigare telefonicamente in un accesso di stereotipata gelosia. “Nipote” peraltro è lo stesso appellativo eufemistico con cui Diodato – il malinconico cameriere di Ugo Tognazzi ne La bambolona (1968) – designerà un giovane amante di fronte al proprio datore di lavoro. Anche in quel caso il padrone sarà troppo smaliziato per lasciarsi ingannare sulla natura del loro rapporto e pure lì il “nipote” sarà un giovinastro di bassa estrazione, pronto a sfruttare la vecchia checca di turno e a irridere i suoi sentimenti.

Verso la fine del film – in un momento sonnacchioso – Igor ammette di fronte a Conforti che i suoi “nipoti” non sono in realtà tali; quando Conforti gli chiede perché continui a cambiare amanti, Igor dice che li perde uno dopo l'altro quando si recano a fare il servizio militare. Questa affermazione serve a rimarcare un luogo comune di molti film degli stessi anni che ritraggono più o meno di sfuggita personaggi gay, vale a dire la notevole differenza d'età tra l'invertito “adescatore” e le sue “vittime” non necessariamente omosessuali.

Nello stesso dialogo, Igor giustifica la propria incostanza affettiva con le spiegazioni fornitegli da uno psicanalista: è rimasto orfano molto presto ed è stato affidato a una zia (fatto che viene considerato sufficiente per giustificare le sue preferenze, ça va sans dire!), e questo trauma infantile lo avrebbe caricato di un esorbitante potenziale affettivo da scaricare anche a costo di mettersi in situazioni complicate. Ciò – sempre a detta del sagace psicanalista – lo renderebbe simile al Commendatore, il quale, per eccesso d'affetto, si offre come vittima sacrificale di fronte ai capricci del suo harem di amanti, le quali lo sfruttano così come Igor è verosimilmente sfruttato dai suoi “nipoti”.

Nella scena finale – dopo la temporanea soluzione degli intrighi che il Commendatore si è trovato a dipanare – Igor e Conforti si trovano su uno yacht, dove Conforti proclama di voler godere del meritato riposo nell'unico giorno della settimana in cui non spende le proprie energie con le varie amanti. Quasi sicuramente la solitudine dei due sull'imbarcazione non implica un genere di intimità diverso da quella complicità tra servo e padrone precedentemente mostrata. Probabilmente – ammesso che si voglia dare un senso “profondo” alla presenza di Igor – Sordi vuole rimarcare la similitudine tra il suo personaggio e il cameriere, amatori a tempo pieno che si godono il meritato riposo.

Nel film si trova un altro omosessuale insopprimibilmente effeminato, stavolta relegato al rango di macchietta: si tratta dell'assistente di un monsignore che emette gridolini di piacere quando il Commendator Conforti gli mostra campioni di stoffa per rimodernare gli arredi della sua chiesa. Considerando che a questo personaggio si affianca un altro assistente interpretato dal ventiseienne Dario Argento, viene da chiedersi se non sia stato proprio Argento, come sceneggiatore, a suggerire di caratterizzare il suo “collega” prete come una checca effervescente tale e quale a quelle che avrebbero popolato i suoi film negli anni successivi.

Complessivamente Scusi, lei è favorevole o contrario? è un film di modeste qualità, se non vogliamo considerare come un pregio in se stesso l'assembramento di dive che gravitano intorno a Sordi (Anita Ekberg, Giulietta Masina, Silvana Mangano, Bibi Andersson etc.). Sordi gode evidentemente della propria onnipresenza attoriale e trasmette il suo gusto al pubblico ma, come regista, spreca la gran parte del materiale che ha per le mani, cioè lo spunto sociologico e le innumerevoli articolazioni della trama, non riuscendo a rendere interessante e lineare lo sviluppo dell'azione, frenetica solo sulla carta. Scusi, lei è favorevole o contrario? si può apprezzare maggiormente cogliendone qualche frammento mentre si fa zapping ed esclamando di volta in volta: «Uh, c'è Sordi con Anita Ekberg!», «Uh, c'è Sordi con Giulietta Masina!», «Uh, c'è Sordi con Silvana Mangano» e così via.

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