recensione di Marco Valchera
Tre giorni a Parigi
Gradevole e breve – fin troppo – storia d’amore a tre, Tre giorni a Parigi racconta il viaggio nella capitale francese di Mario (cinquantenne scrittore alle prese con la perdita dell’amata madre e con il ventenne Davide) e, attraverso la tecnica dell’entrelacement, quello di Davide con Lara, giovane professoressa a tempo determinato fuggita a Milano dal suo sud alla ricerca di lavoro. Come spesso accade oggi, complice della storia è Facebook: Mario, per sbaglio, vede sul profilo dell’ex amante una sua foto con la nuova fidanzata e, da questo momento, il narratore esterno alla vicenda si diverte a raccontarci le due storie d’amore intrecciate, il cui fulcro è l’ombroso Davide, ex prostituto (così ha conosciuto inizialmente Mario), malato di insonnia e restio a qualsiasi forma di attaccamento, anche a causa di un passato dai contorni spiacevoli e poco chiari. Il ragazzo sembra cambiare pian piano grazie all’incontro con Lara e, a causa di un desiderio della giovane, i due compiranno lo stesso viaggio che il povero Mario aveva offerto al suo eromenos alcuni anni prima.
È una Parigi, quella raccontata da Fortunato, da cartolina: si susseguono i luoghi dell’immaginario tipico, tra gli Champs- Élisées, l’Arc de Triomphe, la Tour Eiffel, una visita immancabile al Louvre e una all’Orsay. Ed è qui che sorprendentemente Davide si sbilancia per la prima volta, di fronte a una tela di Gauguin, Le Repas, in cui egli si riconosce in uno dei personaggi, suscitando reazioni contrastanti tanto da parte di Mario quanto di Lara, che percepisce i segreti del passato del suo fidanzato ma è spaventata dall’idea di chiedere chiarimenti. Anche perché fra i tre il più equilibrato sembra essere proprio il cinquantenne, acceso dalla passione per il suo giovanotto di cui cerca di capire e giustificare in ogni modo i comportamenti, talvolta, surreali.
Un maggior numero di pagine avrebbe reso più giustizia ai personaggi, ma Tre giorni a Parigi resta, comunque, una storia piacevole e scorrevole riguardo alle incertezze e ai dolori delle relazioni.