La maestra

3 agosto 2017

La speculazione edilizia, conseguenza inevitabile di un Paese che ha scoperto il turismo e la ricchezza come la Spagna, è arrivata anche a Morella, paese sulle montagne della Valencia, dove si pensa di demolire la vecchia scuola e al suo posto fare un centro commerciale o un casinò, un progetto che sta molto a cuore all’ambizioso sindaco Vincent Fernández, proprietario dei muri, desideroso di entrare nell’alta società e soprattutto di risolvere i suoi problemi di debiti per attività fallimentari.

Ma c’è chi si oppone a questo, la maestra che per anni ha insegnato in quelle aule, Valliana Querol, conosciuta da tutti come Valli, ottantanove anni di una vita intensa, testimone di decenni di Storia spagnola, dal collegio femminile a Madrid in cui scoprì nuovi orizzonti per lei, figlia di contadini, alla lotta armata durante il franchismo durante il quale perse la sua famiglia, all’esilio per poi tornare in patria dopo anni. Valli ha sempre creduto al progresso sociale e all’istruzione per tutti e non può accettare per questo, e per questo motivo va a chiedere aiuto a qualcuno che a prima vista sembra lontanissimo da lei, il professore di Eton, scuola classista e sessista per antonomasia, Charles Winglesworth, con sviluppi imprevedibili.

Da qualche anno la letteratura spagnola ha iniziato a confrontarsi con gli anni del franchismo, tanù per decenni in un Paese che voleva dimenticare il passato e proporsi come meta turistica, di divertimento, di cultura e anche di trasgressione, e dove non si voleva ricordare una guerra tra connazionali e una dittatura durata più a lungo di tutte quelle del Novecento.

Il libro di Elena Moya, lesbica che vive in Inghilterra da anni con la compagna e che del suo Paese sa evidenziare le contraddizioni di una Storia traumatica e di cambiamenti improvvisi, è particolarmente interessante e per come racconta l’oggi della Spagna, dove speculazione edilizia, corruzione e rimozione del passato la fanno da padrona, ma anche per come ricorda il passato, a cominciare dal momento in cui la Spagna era una meta per gente di cultura, oltre che un laboratorio femminista dove nascevano anche storie lesbiche, citando anche persone realmente esistite come Victoria Kent.

La protagonista, la combattiva Valli, è omosessuale e ha vissuto vari amori, anche se quando la incontriamo è ormai anziana e sola ma non dimentica il suo passato, tragico e ricco di eventi, che l’ha portata ad essere una persona che ha educato generazioni di giovani e che continua a credere nell’uguaglianza, nella libertà e nei diritti.

Un libro interessante quindi sotto vari punti di vista, come testimonianza storica, come ricordo dell’evoluzione di movimenti come quello femminista, oltre che come critica dell’oggi di un Paese che ha molto in comune con l’Italia, anche se certi diritti sono stati riconosciuti con più facilità.

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