recensione di Elena Romanello
Due uomini e una culla
Dopo mesi di dibattiti e insulti da parte dei settori più retrivi della politica e non solo sul tema delle famiglie omogenitoriali e della gestazione per conto terzi, arriva in libreria un libro testimonianza del giornalista già doppiatore e speaker Andrea Simone.
L’autore racconta della sua famiglia e della costruzione della medesima, con il suo compagno Gianni e la loro bambina Anna nata negli States grazie al contributo di due donne, la donatrice degli ovuli e la gestante, presentando una delle possibili facce della normalità oggi.
Senz’altro, ci troviamo di fronte ad una testimonianza doverosa, serena e importante su come si sta evolvendo l’idea di famiglia, tenendo conto che all’estero, anche negli Stati Uniti oggi alle prese con la svolta conservatrice di Trump, le cose sono già molto diverse e più accettate che qui, con anche situazioni diverse dal punto di vista lavorativo, che permettono quindi di potere tra l’altro mettere su famiglia prima che da noi.
La storia di Andrea e Gianni è quella di una famiglia di oggi, con voglia di continuità e di dare affetto: certo, entrambi hanno la fortuna, oggi non proprio frequente di avere due buoni posti di lavoro che permettono progetti e uno stile di vita interessante, dentro cui inserire una figlia voluta e cercata.
Un libro interessante per capire il mondo di oggi e le famiglie del presente e del futuro, sia che ci si interessi di diritti omosessuali e omogenitoriali, come coinvolti direttamente o simpatizzanti, sia che si voglia sapere qualcosa di più dal di fuori su una realtà che esiste anche nel nostro Paese.
Due uomini e una culla è una storia serena, realistica, moderna, su come si può costruire una famiglia, in cui si mette finalmente la parola fine sulla questione dello sfruttamento delle cosiddette madri surrogate: Andrea Simone racconta infatti come la ricerca di donatrice e gestante sia stata fatta tenendo conto di tutta una serie di fattori di non sfruttamento e benessere della donna, ricorda che in molti Paesi è obbligatorio che siano due donne diverse e non la stessa e di come la cosa avvenga per libera scelta delle dirette interessate, e a patto che in particolare la gestante sia già madre.
Il libro è completato da una bella prefazione di Lella Costa, che conclude con una frase che dovrebbe essere presa come modello per controbattere a odio e discriminazione: “E se a qualcuno tutto questo dà fastidio, bé, ai miei tempi si diceva che è un problema suo”.
Nei prossimi mesi e anni le famiglie omogenitoriali dovranno continuare a lottare per difendere i loro diritti, di fronte anche all’incognita di che governo verrà fuori dalle prossime elezioni e alla recrudescenza di movimenti di estrema destra e integralisti religiosi: il libro di Andrea Simone può essere un’ottima arma nella costruzione di una società migliore e di un’accettazione nel mondo e tra le persone.