recensione diDaniele Cenci
Scritto sulle foglie
Grate di luce filtrano un'implosione di nebbie notturne, lasciando trasparire "immagini scorticate dalla memoria", "visioni di iridi impazzite", "spore mentali di sogno".
Tra liquide derive e voragini oscillanti, il poeta è trafitto dal grido sommerso dell'inverno e dalle sconnesse sinfonie della foresta.
Si copre d'azzurro il corpo dell'amore, "incognita d'aria" ricercata tra le foglie ingiallite delle parole: in attesa dell' "ineffabile respiro" delle prime nevi.
Una sonata da camera dove i lancinanti accordi di una natura onirica si fondono con l'incessante pulsare del desiderio.