Gianmarco Perale, Amico mio

29 ottobre 2023

Il nuovo romanzo di Gianmarco Perale, Amico mio, si interroga sulla difficoltà di dare una definizione ai sentimenti che proviamo, in particolare in un momento della vita, quello di passaggio tra fanciullezza e adolescenza, in cui stiamo formando il nostro io e si presentano scelte da prendere e che plasmeranno ciò che vorremo essere. Il protagonista, Tom (diminutivo di Tommaso), è un ragazzo di terza media che nutre un'amicizia ossessiva - forse amore, anche se questa parola non compare mai dietro ai tanti silenzi - nei confronti del suo compagno di classe, Poni (Paride), che conosce dai tempi dell'asilo: cresciuto senza una figura paterna e con una madre che cerca di capire gli atteggiamenti del proprio figlio, il giovane fa ruotare la sua intera esistenza intorno all'amico ma, soprattutto, sulla propria ansiosa interpretazione delle sue risposte e dei suoi silenzi.

Siamo introdotti dall'autore in medias res nelle vicende dopo che il fatto scatenante è già avvenuto: Tom ha dato un pugno a Leo Fosco, fratturandogli il naso, dopo che quest'ultimo ha colpito con un righello in testa Poni. Quello a cui assistiamo è un crollo nervoso sempre più evidente nei giorni che seguono da parte del protagonista che si sente braccato dal genitore in cerca di spiegazioni per questo atto di violenza, dal preside della scuola che decide, per evitare una denuncia, di cambiargli classe, da Luca, il suo allenatore di calcio, da Mimmo, che vede il rapporto tra suo figlio e Tom in modo sempre più sospetto (complice anche la telefonata a tarda notte del ragazzo). Ciò che, tuttavia, delude e amareggia maggiormente Tommaso è il "tradimento" dell'amico che sembra aver perdonato l'altro bambino e che, addirittura, lo ha invitato alla sua festa di compleanno.

Nella seconda parte del romanzo - la più riuscita, dal ritmo sempre più incalzante e angosciante - Tom arriva a sequestrare Poni per quasi un giorno nella casa disabitata della nonna morta, con l'obiettivo di fargli capire la pericolosità e la falsità di Leo Fosco e quanto, invece, la sua sia un'amicizia assoluta e sincera: gli regala una poesia d'amore che ha composto per lui e una foto di un vecchio Carnevale trascorso insieme. I due "Horcrux", come li chiama in omaggio a Harry Potter: oggetti a cui egli ha legato la sua anima e che ritiene essere i più importanti della sua vita. Tom, però, prova violenti attacchi di rabbia che fatica a dominare e, prima di progettare il suo folle piano di rapimento, ha portato con sé il martello con cui ripara la sua bici in garage.

La trama di Amico mio viaggia in parallelo con la struggente storia di Close, toccante e lirica pellicola di Lukas Dhont del 2022 ma, se il regista belga è riuscito a delineare in modo straordinario le psicologie dei due protagonisti e a creare un bellissimo ritratto anche della madre di uno dei due, Perale, forse anche a causa del vezzo stilistico di un uso martellante di discorsi diretti liberi spesso monosillabici, si concentra solo su Tom abbandonando Poni sullo sfondo come un semplice oggetto del desiderio. Ed è un vero peccato perché l'ossessione di Tom tiene incollati alle pagine ma resta, alla fine, senza un vero perché, data la sbiaditezza della caratterizzazione dell'amico.
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