recensione diDaniele Cenci
Nelle ali della libertà
Occhi adolescenti che sembrano rapirvi nei loro liquidi abissi, lo "scarlatto fiore" di corpi desiderati e ormai perduti, gesti che nella loro ruvida bellezza incantano, canti che sorprendono, un'alba invernale, la luna dei raccolti, un cielo trapuntato di stelle dove "perdersi in nebulose di atomi e diamanti", gli incessanti arabeschi del vento "dentro il dolore e le cose", l'oblio che lenisce le ferite della vita, l'azzurro sorriso dei fiordalisi, l'intenso profumo di rose gigli glicini e mimose, i ricami dell'edera e del mirto: questa è la rustica, "umile fiaba" che ubriaca il lettore. L'immaginario erotico ad un tratto si svela, come una brezza leggera: "Un turbinio di gigolo / come conchiglie sulla sabbia / attraggono splendenti e rari", e accade di imbattersi nell'attimo "quando amore / è rivelazione d'acqua / nella luce sgranata / di latrine che fanno trasalire / da inattesi desideri", mentre l'autore-ragazzino è intento a spiare "il rigonfio dello scroto / d'un muratore muscoloso / che gettava uno sguardo indifferente / al desiderio mio ardente" - versi che richiamano il canto arrochito dal desiderio del grande Penna, e, infine, "la corsa verso casa / unto di aromi / del primo attimo d'amore". Una poesia che distilla l'impalpabile materia dei sogni, ove la natura si frammenta in un onirico caleidoscopio, mentre le parole - "in un pugno d'infinito" - non cessano di sbriciolare gli steccati della mente, le barriere del cuore e le prigioni degli uomini: si veda il pezzo che inaugura la raccolta, dove le suggestioni delle "Nuvole "di De Andrè si fondono con le lancinanti grida della "Ballata del carcere di Reading" di Wilde. "Il pensiero e l'estasi": questa chiusa di una delle liriche più malinconiche, nel riecheggiare la "passione e ideologia" dell'amato Pasolini, pare la miglior cifra della parabola umana e poetica di Lillo Di Mauro, che da sempre ha coniugato impegno civile e creatività, gusto estetico e ansia di giustizia e solidarietà. Corredano il testo la prefazione di Francesco Gnerre, una nota autobiografica, un'antologia di giudizi e, in appendice, i frammenti di un diario. Parte della tiratura è corredata da un dvd realizzato sui testi di "Gabbie", con immagini da "Chambres d'amour" di Bernard Faucon e musica di Umebayashi (lo struggente "Yumeji's Theme").
"Ebbro di sogni e mimose
tagliato dal tempo
pervaso di cose e di rose"
"Conchiglia che radica abissi
giuoco complesso di suoni e colori
plastici effetti di ali librate
fisionomie geometriche
impollinazioni che imbrigliano
foglie ch'entrano e profumano"
"Il pane la matita
il foglio il sogno
in silenzio raccolti
con petali e parole
nel bianco lino estivo
fermo al tuo scarlatto fiore"