recensione diDaniele Cenci
La passione di Pier Paolo
Si rinnova lo strazio per la mattanza del "Poeta delle primule".
Dopo le visioni caravaggesche di Fernandez ("Nella mano dell'angelo") e Bellezza ("Morte di Pasolini" e "Il poeta assassinato"), l'esoterica via crucis di Zigaina, la denuncia di Giordana con PASOLINI UN DELITTO ITALIANO e i diversi film di Grimaldi, ecco che, sulla scorta di ipotesi rilanciate a trent'anni dall' "omocidio", un autore teatrale svizzero ripercorre gli ultimi momenti del regista friulano, dando forma ad antichi sospetti. Vendetta del racket della prostituzione, con Pino "la Rana" in funzione di esca, vittima e complice, e/o agguato ordito dai poteri stragisti dell'epoca, che si servirono di manovalanza criminale per farla pagare a chi, a più riprese, aveva osato sfidarli ("Scritti corsari", SALÒ)?
Una trama incalzante, con diversi flashback: lo 'scandalo' di Ramuscello, la fuga a Roma, l'amore per Ninetto, la persecuzione che s'accanì contro l'intera opera.
Fino alla trappola finale, dove assistiamo impotenti ad un uomo che, col cuore in gola, va incontro ad un atroce massacro.