L'"im-probabile" omosessualità di Thorvaldsen

27 settembre 2008

Biografia completa di Bertel Thorvaldsen (1770-1844) scultore danese tra i sommi esponenti (insieme e in competizione con Antonio Canova) del neoclassicismo.

Thorvaldsen fu lo scultore che più si avvicinò allo stile dell'arte classica greca.

Le pose e le espressioni delle sue figure (statue e bassorilievi) sono formali, ma insieme (soprattutto nelle statue maschili) anche espressione di una sensualità maliziosa (è il caso del Pastorello con cane di difficile, se non impossibile, leggere come richiamo all'arte greca) che non passò inosservata ai suoi contemporanei.

Per la quasi totalità delle sue opere Thorvaldsen scelse figure e motivi tratti dalla mitologia greca, che rielaborò e raffigurò con tratti semplici ed idealizzati.

Si dedicò anche a ritratti di personalità di spicco.

Le sue opere possono essere ammirate in molti paesi europei, ma soprattutto in Italia e nel Museo Thorvaldsen di Copenaghen.

Dall'infanzia difficile, ai primi successi internazionali, fino al quarantennale soggiorno a Roma e alla fama; questa biografia traccia dello scultore "orgoglio di Danimarca" un profilo intimistico, lontano dalle leggende che lo circondarono in vita e furono veicolate e diffuse dopo la morte.

La biografia nega l'omosessualità dello scultore, ma per lo meno riconosce i sentimenti omofili di cui è intrisa la sua opera, nonché la passione di generazioni di omosessuali per numerose opere dello scultore:

"Allo stesso anno (1818, ndr.) in cui era stata modellata La Speranza - spiega il biografo - risalgono anche le raffigurazioni thorvalseniane di due giovinetti che fanno appello a sentimenti omofili: "Ganimede con l'aquila" e "Il pastorello". [...]

Il gruppo thorvaldseriano "Ganimede con l'aquila di Giove" deve avere provocato lo stesso effetto [di fascinazione che ebbe "l'omosessuale" Winckelmann alla vista di un falso Ganimede] sugli omosessuali appassionati d'arte.

Tra questi c'era il conte tedesco August von Platen, che si era recato all'atelier di Thorvaldsen per visitare personalmente il maestro, durante il soggiorno romano degli anni 1826-27.

Von Platen sottolinea nei diari la virilità delle opere del danese in contrapposizione all'elemento femminile dell'arte canoviana.

È stato sicuramente [sic] a causa della conoscienza con il conte che alcuni scrittori tedeschi ebbero motivo di credere che Thorvaldsen fosse omosessuale.

Hans Mayer lo assume come postulato nel suo interessante libro su "Aussenseiter" [tradotto in Italia come I diversi, NdR] del 1975, nel quale Thorvaldsen è considerato un omosessuale attivo all'opposto del sessuofobo H. C. Andersen, che avrebbe temuto di vedere palesata la propria omosessualità.

Ci sono molti elementi nella vita e nella psicologia di Thorvaldsen che contraddicono questa affermazione".

La difesa del biografo Bjarne Jørnæs appare però debole anche alla luce di alcuni schizzi erotico-pornografici (di cui alcuni simili a quelli leonardeschi), in esposizione al Museo Thorvaldsen, che nella biografia non vengono presi in considerazione.

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