recensione di Giovanni Dall'Orto
Vanja [1906]. Un coming out nella Russia prerivoluzionaria.
(Nota: la riedizione del 1993 riporta in copertina il sottotitolo: Un'educazione omosessuale).
Questa è la storia d'un omosessuale che prende coscienza del proprio essere, scritta nel 1906 da uno degli autori che diedero vita ad una vera e propria fioritura del tema omosessuale nella letteratura russa prerivoluzionaria, con toni a volte già "militanti" (e Kuzmin li ha).
Tutta questa generazione fu costretta al silenzio (come Kuzmin stesso o la Parnok) o addirittura inviata in Siberia (come Nikolai Kljuev), dall'avvento al potere di Stalin in poi.
Il messaggio di questo breve romanzo è che non ha senso giudicare in base ai concetti di "contro natura" e di "peccato" (anzi, lo stimolo ad essere se stesso verrà al protagonista dal contatto con la setta religiosa dei "Vecchi Credenti").
Ciò che davvero ha senso è vivere i rapporti con gli altri con amore: quell'amore che secondo Platone fa "spuntare le ali" all'anima (ed Ali era appunto il titolo originario del libro).
In appendice all'edizione italiana del romanzo appaiono anche alcune poesie un po' decadenti di Kuzmin, tratte dalla raccolta Immagini sotto il velo.