recensione diDaniele Cenci
Self
Un ragazzino transgender, un 'pesciolino' che naviga tra le mille, inevitabili fluttuazioni dell'esistenza, prende a mano a mano coscienza degli "inesorabili ingranaggi della vita".
Riflettendo sul senso delle cose (sesso e solitudine, scuola e famiglia, dio e tv), arriva a percepire nella passione di un abbraccio "il rullio del mare".
La sua pubertà, un gomitolo "con così tanti bandoli", sarà un sentiero buio e senza segnaletica, dove l'ansia più paralizzante si accompagnerà ad un'inafferrabile euforia.
La mattina dei suoi diciotto anni si sveglia per scoprire che è diventato donna. Incontrerà poi il dolore opprimente e reale dell'affetto non corrisposto.
Proveniendo da mondi lontanissimi, solo la sospensione del 'viaggio' permetterà che sboccino storie d'amore con femmine e maschi (Elena, Roger), fino all'inatteso scioglimento finale.
Un libro visionario, intriso di richiami e suggestioni culturali, tradotto in uno stile incandescente da Anna Rusconi.
Tre anni prima, nel 1993, l'autore aveva narrato di un'amicizia e del dramma dell'Aids in Io, Paul e la storia del mondo.