recensione diDaniele Cenci
La resina e la ruggine
Cucinando da insaziabile gourmand un'intera enciclopedia con la surrealistica tecnica del "cadavre exquis" e del "cut-up" alla Burroughs, il bardo romagnolo - "immaginifico poligrafo di strada", "surfista dei paradigmi indiziari", "funambolo della parola, come Petrolini" - ci ammannisce un altro ricettario in versi per palati forti.
Negli affastellati detriti del suo "rewind mnemonico" non mancano i "proustismi del cazzo" e la zavorra delle "intermittenze dei sensi": angeli all'inferno, depressi binari al fist-party, "pizzini" graffiti nei cessi delle stazioni ("sublimi giardini dell'eros"), azzeccagarbugli da quinta repubblica, criptochecchesparacazzare, trichechi mistici, tellinari danteschi, astrusi pippacinefili, democristi invertebrati, bocchinari strapasserati sulle dune.