Dykes

16 novembre 2009

Come si fa a non provare invidia per l'americana Alison Bechdel, capace di raccontare la vita della propria famiglia con la leggerezza e la spietata lucidità profuse in quel capolavoro chiamato Fun Home? Di quell'opera autobiografica parlammo su Pride n° 98 del 2007, accennando però anche alla serie che l'ha resa celebre e che ha rappresentato una formidabile palestra per affinare negli anni le sue arti narrative, ovvero Dykes To Watch Out For (letteralmente: "lesbiche alle quali fare attenzione").


Questa monumentale serie queer a fumetti, durata la bellezza di venticinque anni e pubblicata - una tavola alla volta - su svariate riviste gaylesbiche americane, è stata raccolta periodicamente in alcuni volumi antologici.


Dopo il successo di Fun Home Rizzoli la propone al pubblico italiano, dando alle stampe DTWOF col discutibile titolo di Dykes - *lesbiche/lelle/invertite in unlibro che traduce e seleziona i momenti migliori dell'intera serie, basandosi sulla raccolta uscita di recente negli Usa per celebrarne la conclusione, The essential DTWOF.

L'invidia persiste anche dopo la lettura di questo volume (nonostante ci siano un po' troppi refusi; i correttori di bozze sembrano ormai merce rara anche nelle redazioni delle case editrici più blasonate): la stoffa della narratrice di razza è già evidente fin dalle tavole datate 1987, le prime a presentare personaggi fissi e uno svolgimento di trama articolato, dopo l'esordio con storie autoconclusive ed estemporanee.

Il tratto è ancora grezzo, gli sfondi quasi inesistenti, il fervore militante un po' autoreferenziale, ma ci vuol poco a prendere confidenza col mondo lesbico e ad affezionarsi a Mo, Lois, Clarice e Toni, Ginger, Sparrow e tutte le altre amiche, compagne e amanti, che sono studentesse, avvocate, insegnanti, libraie, impiegate: «Le lesbiche erano grandi! Libere pensatrici! Vegetariane! Pacifiste! In prima linea in ogni movimento per la giustizia sociale... Se solo la gente avesse potuto vederci... ci avrebbero certamente adorate!», scrive l'autrice nelle tavole che introducono il volume e rievocano i suoi primi, timidi lavori all'interno del movimento degli anni ottanta.


Il racconto è corale, ma fin da subito sale alla ribalta della serie l'alter ego dell'autrice, Mo, alla quale Bechdel disegna anche i propri tratti somatici.

Mo(nica) è ingenua, appassionata, politicamente impegnata nella vita pubblica quanto impacciata e insicura in quella privata. All'inizio seguiamo i suoi patimenti per la mancanza di una relazione stabile, che invece arriverà presto, insieme all'impiego come commessa tuttofare nella libreria femminista Madwimmin Books, gestita dalla saggia e ispida Jezanna.


Con l'evoluzione del segno, sempre più raffinato e accattivante col passare degli anni, la serie vede crescere gradualmente anche lo spessore psicologico di tutti i personaggi, così come la gestione dei tempi comici del racconto, alternati a momenti di pura commozione e a squarci di costume e attualità politica davvero gustosi. Memorabili, ad esempio, i titoli dei giornali letti da Mo e socie, che traducono in linguaggio ordinario l'ipocrita gergo del peggior giornalismo filogovernativo.

Le nostre protagoniste diventano adulte, cambiano lavoro e fidanzate, si sposano, si tradiscono, fanno figli, si ammalano e guariscono; partecipano, si arrabbiano e protestano davanti agli avvenimenti del loro tempo: dal terrore nucleare pre-glasnost alla guerra del Golfo e all'affair Levinsky, fino alla follia teocon dell'era Bush Jr.

Dallo sguardo ombelicale delle prime strisce, Bechdel arriva ad abbracciare, pagina dopo pagina, la vita quotidiana di un intero paese e poi, al passo coi tempi globalizzati, del mondo intero, facendo rivivere i fatti salienti di un'intera generazione attraverso le vicende appassionanti e divertenti di un gruppo di lesbiche americane e dei loro amici. Come dire: la vera anima di una nazione sta nelle sue minoranze oppresse...


A questo punto l'invidia di cui sopra non può che provocare travasi di bile nel lettore, e una domanda retorica: ce l'abbiamo noi un autore italiano in grado di raccontare con tanto acume e leggerezza la comunità GLBT del nostro paese?

La riproduzione di questo testo è vietata senza la previa approvazione dell'autore.

Potrebbe interessarti anche…

autoretitologenereanno
Alison BechdelSei tu mia madre? - Un'opera buffadrammatico2012
autoretitologenereanno
Alison BechdelFun Homeromanzo2007