recensione diGiovanni Dall'Orto
Physical (Olivia Newton-John, 1981)
Nel 1981 l'arte del videoclip stava ancora muovendo solo i primi passi,e gli uffici Promozione delle case discografiche le riservavano budgets limitati.
Visto con gli occhi di oggi, quindi, apparirà un po' tirato al risparmio questo video (nonostante abbia vinto un "Grammy award" nel 1983), che dopotutto era destinato a promuovere la canzone "Physical", che nel 1981 fu per settimane al numero uno delle classifiche di tutto il mondo, sparata in modo asfissiante e incessante da tutte le radio e da tutti i juke-box...
Eppure così è: gli autori dei videoclip dell'epoca dovevano ovviare alla limitatezza del budget con tentativi d'attirare l'attenzione con colpi di scena più o meno riusciti e se possibile scandalosi, ma senza entrare in urto con le regole della censura (all'epoca molto meno liberali d'oggi in fatto di nudità e allusioni sessuali: questo stesso video fu bandito dalle radio di diversi Paesi per il suo testo troppo "sessualmente esplicito"!).
E così in questo "Physical" il video sceglie di giocare sul doppio senso della parola del titolo, mostrando la procace cantante mentre sculetta e sorride in una palestra, dove apparentemente insegna educazione... fisica a una classe di signori decisamente sovrappeso.
In realtà le parole della canzone (che non hanno alcuno rapporto col tema omosessuale) invitano semplicemente l'uomo concupito a piantarla con il corteggiamento e gli inviti al ristorante, e di metterla una buona volta sul piano fisico, liberando gli istinti animali e lasciando parlare i corpi...
Implicitamente, il video dà una risposta ai motivi dei problemi della cantante: cambiata stanza e trovatasi in mezzo a un gruppo di giovani e guizzanti culturisti per cercare qualcuno con cui giocare a tennis, Ms Olivia si vede prima snobbare da tutti, e poi subisce addirittura lo scorno di vedere i bei maschioni uscire mano nella mano a due a due.
Alla fine, solo uno dei suoi disprezzati allievi "grassoni" sarà provvidenzialmente disposto a ridarle il sorriso, giocando con lei.
La boutade visiva finale del video, se da un lato costituisce una delle primissime apparizioni del tema gay nei videoclip, dall'altro non si addentra eccessivamente nei terreni dell'inesplorato, in quanto il luogo comune secondo cui "tutti i culturisti sso' ffroci" era sufficientemente diffuso all'epoca da poter essere considerato addirittura una leggenda urbana.
Senza contare la soddisfazione d'uno spettatore "diversamente bello", che poteva dirsi tutto tronfio: "Quelli saranno anche più fisicati di me, però almeno io sono normale e quindi le donne sbagliano a preferire loro a me". (Un'interpretazione del video che ho visto circolare in Rete dice addirittura la cantante non ha cambiato stanza, ma epoca: ha solo rivisto i suoi allievi una volta smagriti e tonificati dalle sue cure. Ma diventati belli, diventano tutti gay... Agghiacciante).
Ma questo è un altro discorso.
A questo video resta comunque l'onore di contenere una delle primissime menzioni in assoluto dell'esistenza dei gay, nella nascente arte del videoclip.