recensione diGiovanni Dall'Orto
Peacock [Parodia, 2010]
[Nel caso i link non funzionassero si veda in alternativa qui].
Le idee pazze e nuove di solito funzionano una volta sola: alla seconda magari restano pazze, ma nuove certo non lo sono più...
Dopo l'inatteso successo mondiale del video-parodia di "California gays", il regista gay Ryan Yezak ci riprova con una parodia d'un'altra canzone di Kate Perry, "Peacock" ("Pavone"), motivetto orecchiabile (ma nulla di più) interamente basato sul gioco di parole stupidino fra "peacock" (pavone) e "cock" ("uccello", nel senso di membro virile):
Sei abbastanza coraggioso da mostrami il tuo uccello?
(...)
Forza baby, fammi vedere cos'hai lì sotto...
La formula di questo video-parodia è la stessa del video precedente: un gruppo di ragazzotti sessualmente attraenti che ballano in mutande facendo le pazze, parodiando una canzone, ma senza intervenire sulla base musicale (anche in questo caso la voce è pari pari quella di Kate Perry e il testo è immutato). Anche in questo caso il video è autoprodotto e non commissionato dalla casa discografica: è nato specificamente per la diffusione non commerciale, tramite Youtube.
Peccato che la verginità si possa perdere una volta sola, e l'incosciente spensieratezza del video precedente (premiato da milioni di visite su Youtube) in questo replay sia totalmente svanita.
Infatti "Peacock", pur mantenendo l'aria un po' casereccia di filmato girato alla buona da un gruppo d'amici, questa volta ha ben presenti (fin troppo!) le potenzialità promozionali per i giovani artisti che hanno partecipato alla sua realizzazione (molto divertente l'interminabile lista finale di credits, che stupisce anche per la quantità di persone coinvolte per un lavoro dall'apparenza ostentatamente semplice e "alla buona").
Gli aspetti più gustosamente camp del video precedente (quelle del gruppetto di "pazze" che schecca sulla spiaggia) sono stati qui mitigati, e l'ambientazione è più leccata e simil-professionale (appare perfino una "simbolica" e "artistica" sequenza in cui i ballerini, in una stanza candida, si carezzano sporcandosi a vicenda di vernice nera: immagino, ehm, questo conferisca lo spessore d'un vero e proprio "contenuto" intellettuale ad una canzone che parla di cazzi e cang... ehm ehm, pavoni?). Sembra perfino che i ballerini si divertano meno... magari per lo stress di dovere a tutti i costi riuscire a fare il bis del successo di "California gays".
Purtroppo quel che mette irrimediabilmente il piombo nelle ali a questo filmato è la canzone stessa: al di là del gioco di parole volgarotto, che ci si può anche divertire ad esplicitare per immagini (molto divertente la scena in cui un ragazzo alla fine lo mostra davvero, il "pavone") non c'era molto di più su cui lavorare. Anzi, la goliardata finale del balletto con i falli in strass verde, pur in piena sintonia con il testo della canzone, è solo di cattivo gusto e basta.
Ne è venuto fuori un videoclip carino, con tanti bei ragazzi che ballano a torso nudo, che però a conti fatti sembra il saggio finale d'una scuola americana di cinematografia, di quelli, per capirci, che invadono a dozzine ogni anno i festival di cinema gay...
Ciò detto, sia chiaro, il clip è godibile ed è sicuramente superiore, come qualità di confezione, ad un sacco di roba che viene propinata a titolo "ufficiale" dalle case discografiche.
I ragazzi fanno del loro meglio, e visto che il progetto non ha alle spalle una struttura di produzione professionale il risultato del loro lavoro è senz'altro egregio.
Il motivetto musicale è banale ma carino (e nulla di più) e la sua resa in immagini è adeguata.
Infine i ballerini sono nell'insieme decisamente boni (chi più, chi meno), il che immagino non dispiacerà a nessuno.
Tutto ciò non toglie che cercare di "elevare" una canzone cretina proponendo un prodotto "serio" e con qualche velleità artistica è una scelta suicida. La strada giusta, a mio parere, sarebbe stata ancora quella di "California gays": premere l'acceleratore sul lato demenziale e delirante, senza aver paura di tuffarsi nel camp da capo a piedi...
A conti fatti, comunque, il risultato è godibile e sono certo che tutti si divertiranno a guardarlo; dubito solo sul fatto che questo filmato "usa-e-getta" rimarrà nella memoria e nell'immaginario collettivo gay negli anni a venire.