recensione diMauro Giori
Fluffer
Film di routine da festival gaylesbico, di quelli che di solito i festival gaylesbici li vincono pure, perché sono pieni di maschioni gommosi; perché hanno un protagonista che dovrebbe essere sfigato ma è un maschione gommoso; la storia è inesistente; il ritmo langue; l'interesse scarseggia quanto i vestiti. Di temi di qualche spessore neanche l'ombra. In più c'è il maschione gay che si innamora di quello etero, che va tanto di moda. E qua e là spunta pure qualche volto rassicurante di attori che fanno solo film per festival gaylesbici.
Se poi il film è sull'ambiente porno, come questo, tanto vale vedersi un porno o un film sul porno degno di questo nome (film, non porno), perché le ipocrisie dell'inquadratura (che lasciano... il meglio fuori campo, come usava trent'anni fa) possono solo irritare, specie se abbinate a risibili simulazioni (perlopiù sonore) di ciò che dobbiamo pensare stia succedendo.
Poi i militanti passano anni a chiedersi perché nei festival gaylesbici contano più le feste dopo le proiezioni che i film, e perché improvvisamente si chiamano festival Mix, nome adatto sì e no per una fiera di elettrodomestici e motivo più che sufficiente per il boicottaggio.