recensione diMauro Giori
Get Real
Bel dramma romantico su un ambiente classico del Bildungsroman gaylesbico, ma mai semplice da trattare: la scuola. Classico nel classico: la scuola inglese dove tutti i ragazzini vanno in divisa, l'ambiente è un po' soffocante, la facciata inquietante.
La vicenda lega due compagni: Steven, ragazzo della porta accanto, intelligente e sensibile, che ha capito di essere gay da quando aveva undici anni, non ne può più di fare la velata, ha già la sua fag hag al seguito e tenta i primi approcci nei cessi del parco locale; e John, il classico maschione del liceo, sportivo, ricco, rubacuori, nomea rigorosamente eterosessuale e, giusto per star sicuri (del contrario), omofobo. Però nel suo primo tentativo ai cessi Steven pesca proprio John: imbarazzo, fuga, nuovo incontro, sesso, problemi a non finire perché le strade dei due evidentemente sono destinate a divergere. Dopo una prima crisi, il romanzo d'amore sembra migliorare, ma Steven decide di fare coming out (sia pure anonimo) sul giornale della scuola e quando viene censurato...
Il film ha il tenore di un prodotto onesto negli intenti e professionale nella confezione, senza cedimenti né svolazzi particolari, ma già questo basta a farlo stare parecchio sopra la media dei film gay.
I contrasti non eccedono i confini del dramma per trascendere nel melodramma e vanno esattamente nella direzione che ci si aspetta fin dall'inizio, ma con uno sguardo complessivamente ottimista e costruttivo, pro coming out (oggi non è poi così scontato): Steven è l'eroe del film perché sa sopravvivere in un mondo di velate dal pedigree socialmente spendibile con tanto di certificazione di omofobia, fanciulle di copertura, magari anche moglie e figli a carico.
Dolce, tenero, coinvolgente, soddisfacente, un po' nostalgico, spigliato nel lessico, talora divertente: la correttezza politica al suo meglio, per tutta la famiglia, ma con intelligenza.