recensione diDaniele Cenci
Cargo vita
Urlano alla vita le sirene di una nave cargo, microcosmo alla deriva tra i liquidi deserti dell'oceano.
In coperta, un "eremita-scrittore" abbandonato dal compagno: una maschera da clown triste, il corpo minato dall'hiv.
Acque memoriali del mare... comunione profonda con l'immensità insondabile del cielo. Occhi spalancati su un mondo che, notte dopo notte, non finisce più di mozzare il fiato dalla meraviglia: fino a dimenticare cosa divide l'esistenza dall'annullamento. Fino ad immaginare di tramutarsi in astro:
"Sieropositivo siderale, sogno di conservare la mia brillantezza. In coloro che mi hanno amato. Sarò una stella morta, ma in alcuni cuori sempre luminosa".
Estremo "De Profundis", accorata lettera d'addio alla vita. Come Collard e Guibert, anche l'autore di questo lacerante diario di bordo è stato stroncato giovanissimo dall'aids, nel 1993.