recensione diDaniele Cenci
Principesse azzurre crescono
Ancora una volta tornano a cavalcare, libere e selvagge lungo un'estate infinita, le intrepide principesse in sella al loro fido destriero - Eros: han per missione di rianimare la schiera delle sognanti lettrici, annullando il sortilegio della soporifera indifferenza, il nero incantesimo delle emozioni intrappolate nei ghiacci invernali.
Autrici navigate o azzurre principianti assolute, meritano tutte la nostra stupita attenzione. Apre le danze l'amazzone Fiocchetto che, in "Stile libero", esplora attese e tensioni di una coppia: Gaia, decisa ad avere un figlio in fecondazione assistita, arriva a separarsi dolorosamente da Alma che non riesce ad accettarne la scelta, finché la nascita di Alice non riconcilierà le due compagne nel Paese delle meraviglie dell'infanzia e dell'amore condiviso.
In "Tacchi a spillo" la Seton cattura l'ingenua irruenza di Sara, ribattezzata da chi le vuol bene Sasha (l'aristocratica russa stregata dalla transgender Orlando della Woolf). Da sempre ha vissuto con Giulia "nella terra di nessuno tra l'amicizia e l'amore", ingoiando l'amaro sapore di un sentimento diluito in troppi anni, rischiando di perderla e di perdersi per l'incapacità di dare un nome alla sua passione, per la paura di spingersi nel "cuore di tenebra" dei suoi desideri.
In "Sesso!" la Miramonti scatta la saporosa istantanea di un'insegnante lesbovelata, scelta a furor di popolo per illuminare le giovani testoline sugli inquietanti misteri del sesso: sarà l'occasione per una fiera perorazione dell'altra faccia dell'amore, con la complicità del preside finocchio.
In "Leviamo le tendine", l'impareggiabile Lella Costa e Juliette Mai, ispirate da "Albertina" di Fossati e "Virginia Woolf" delle Indigo Girls, ci introducono nel sogno di una ragazzina attratta da una misteriosa Signora con gli occhi di Ava Gardner.
Ne "Il fazzoletto rosso", Barbara Alberti, maestra del romanzo storico d'amore, ci immerge nella Trieste del 1930 dando voce ad un'anziana per la quale la figlia è stata "una viaggiatrice incontrata in qualche remota stazione, una compagna di fuga". Madre e bimba - l'incantevole Emilia - sono catturate dal mistero di Giulia, una papirologa assistente del padre-padrone, e ne vengono avvinte da amore smisurato.
In "Se ne vedono delle belle", Sonia Patanìa, da libridinosa etologa ci conduce per mano in un gustoso safari sui generis, svelandoci le differenti peculiarità di alcune principesse azzurre a zonzo in un Castello-Megastore del libro.
Ne "I libri servono per non dimenticare", la dolce bibliofaga Civitelli mostra la protagonista in preda ad attacchi bulimici di letteratura, convinta che i dissapori possano esser ricuciti dai libri, "ostaggi teneramente complici dell'una o dell'altra durante le nostre lontananze, le nostre prove di salti nel vuoto". Ne "La vita, prima", Valeria Viganò, con un arazzo linguistico di fine tessitura, carico di vibrazioni emotive, ci avvince nel big bang di una maternità lesbica, testardamente desiderata.
In "Sei nel mio database", la Serughetti consegna una lunga lettera d'amore ad una sposa novella, che cederà al richiamo lungo una vita d'una misteriosa adoratrice nell'ombra.
In "Passaggio", Laddor, favolosa regina di lontanissimi mondi, accompagnata dall'epifania di delicate donne di china vergate dalla Vicari, ci ipnotizza con Blanca e il suo incarnato "alabastrino e trasparente" che 'deraglierà' per la misteriosa, fantasmatica Lola.
Trepidiamo per "La lettera" della De Santis, spedita da un'anziana ad una segreta fiamma: un bacio soffiato sulla punta delle dita cinquant'anni prima non ha mai smesso di colmare le sue notti di inconfessabili desideri. L'antica amica risponde commossa a quella silenziosa devozione che è riuscita a valicare la coltre del tempo.
Con "Le sue amicizie erotiche", Iceblues incanta irresistibilmente proiettandoci nel melodramma di una donna che cerca di mollare la sua Silvia quando lei le rivela il desiderio di ricorrere ad un uomo per farsi mettere incinta senza ricorrere alla fecondazione assistita.
In "Imprevista", Lidia Ravera c'immerge nella suspence di una ammiratrice esaltata che s'introduce con un sotterfugio nella casa di una scrittrice (in un plot che richiama il King di "Misery deve morire" ).
In "Avevo una vespa" Sara Zanghì dedica un frizzante omaggio a uno dei simboli di libertà per i giovani targati anni '60: sulla mitica motoretta una scatenatissima ragazzina avrà modo di rimorchiare il fior fiore delle compaesane, imbattendosi anche nella compagna della vita.
In "Ànimami", Delia Vaccarello, infaticabile curatrice-animatrice delle Principesse azzurre, infonde la parola al fido compagno di una ribelle lesbica: un cane che sta morendo dopo essere stato avvelenato dai crudeli vicini.
In "Guardami come guardi il mare", la Trillino fa vibrare due innamorate sullo sfondo partecipe di un cangiante orizzonte marino.
In "Due o tre cose che so di te", un inno alchemico al corpo lesbico, Margherita Giacobino, nel ricordarci come l'amore sia "pericoloso, sovversivo, irriducibile e nasconde un sottofondo asociale, anarchico, potenzialmente criminale", incastra come in un puzzle i frammenti di una passione, indagando il potere di un timbro di voce, di un odore, dell'ombra della compagna.
Ne "La terza volta" la Clarkson va struggere una donna nei reiterati tentativi di divenire madre, rinunciando ad Agnese che non ha mai smesso di amarla; mentre Sakuya in "Con il cuore in mano" rivitalizza col sangue della conturbante Letizia una scrittrice-vampira. Marc de' Pasquali in "Miracula" fa esplodere nel firmamento barocco del suo impareggiabile stile l'amore di due amanti sorelle, unite dalla scrittura che "è segno, cimento, ammutinamento... Allontana dalla morte": perché ogni innamorata "è irripetibile, ci miracola... È un'alchimia, l'improbabile". In "Un gesso da togliere" la Paolucci fa cadere 'nonna' Giovanna, bloccata a letto, nelle braccia di una cocciuta farfallina. Infine, ne "Le candide magnolie" di Nuccia Naticantìca e Rosa Futura, due adolescenti nominate eredi dalla combattiva suor Carmela, che aveva fatto strage nel cuore delle consorelle, s'immergono nelle atmosfere calde e intriganti di un convento mediterraneo.