recensione diGiovanni Dall'Orto
Tuoi occhi viola, I (2004). Con un caso di possessione spiritica frocia.
Comprato da me solo perché collocato a tradimento nel reparto di fantascienza d'una libreria, questo romanzo è in realtà un ibrido fra in thriller e un mystery.
L'elemento fantascientifico è invece nullo: l'ipotesi di partenza è l'esistenza d'un piccolo numero d'esseri umani, caratterizzato dal colore violetto delle iridi, capaci di comunicare con il mondo dei morti.
Vengono usati nei processi di omicidio, per convocare la vittima e farle denunciare il proprio assassino.
Peccato che vittime di assassinio inizino ad essere proprio questi medium.
Il romanzo è il racconto dell'indagine per scoprire il colpevole...
Non sono interessato a recensire il romanzo in quanto tale, che mi ha lasciato deluso, fondamentalmente per il fatto che non m'interessa il genere a cui appartiene.
Peraltro in quanto romanzo, non è scritto male e si lascia leggere. A parte il tocco di soprannaturale, è un giallo gradevole, con un tocco surreale, e tanto basti.
La tematica omosessuale vi appare poco, e solo in un personaggio, il manierato medium Russel Travers.
Quando costui verrà ucciso, e potrà "tornare" richiamato da una sua collega, di cui controlla il corpo, cercherà (p. 129) di sedurre il virile detective affermando "È tutto a posto. Ora sono una ragazza".
Il personaggio è secondario e la vicenda non ha ulteriori sviluppi nella trama, ma trattandosi di una "nota di colore" è indubbio che si tratti d'una "nota di colore" decisamente antipatica.
Ce la potevamo risparmiare.