recensione diGiovanni Dall'Orto
You do something to me (1990). Sinead O'Connor canta Cole Porter
Anche questo video, come già "So in love", deriva dall'Lp: Red , hot & blue.
La cantante irlandese ed eterosessuale (o forse traballantemente bisex) Sinead O'Connor rinuncia qui ai capelli rasati, che avevano reso celebre il suo look, e indossa una parrucca platinata per interpretare la cantante d'un locale da ballo degli anni Trenta.
In questo modo ci riporta idealmente ai tempi dei primi successi musicali di Cole Porter, autore della canzone.
Il titolo del filmato, "Le bal de Magic city", in francese, ci aiuta a collocare nello spazio il locale da ballo: a Parigi, città in cui esattamente in quel giro d'anni Brassai scattò una serie di fotografie di clienti di locali per omosessuali e lesbiche, che restano una delle poche testimonianze della vita gay di quegli anni.
La scenografia del video richiama con prepotenza quelle immagini, delle quali potrebbe anzi essere considerato una specie di "messa in scena" cinematografica. Ciò avviene nonostante il fatto che il testo della canzone non offra alcuno spunto di lettura in chiave gay, limitandosi a dire che "tu mi provochi qualcosa / che nessun altro riesce a provocare".
Nel video danzano abbracciate diverse coppie di persone dello stesso sesso in costume carnevalesco (e vola anche qualche coriandolo), un paio di marinaretti (non si sa se veri o solo in costume), una signora bianca con un partner nero, coppie di donne, qualche coppia etero, e per buona misura un travestito o due.
Dopo aver ricostruito (in modo alquanto idealizzato, a dire il vero) la realtà gay dell'epoca di Porter, nella conclusione il filmato ci riporta bruscamente alla drammatica realtà gay del 1990, con un'immagine della O'Connor mentre partecipa ad una veglia a lume di candela (come quelle organizzate all'epoca per ricordare le vittime dell'epidemia) e due celeberrimi slogan di "Act up!", la più vivace associazione di azione politica anti-Aids di quegli anni: "SILENZIO = MORTE", e "AZIONE = VITA".
L'uso del bianco e nero, le carrellate lente, l'arrangiamento sommesso, cercano di dare una connotazione elegante a questo videoclip. Secondo la mia personalissima opinione, però, l'accostamento fra il presente e l'immediato anteguerra non è risultato molto congruo. Quegli anni, che videro la distruzione del mondo e del movimento gay in gran parte d'Europa, furono tutt'altro che spensierati, e certamente una festa da ballo a carnevale non fa primavera.
Nonostante non ci sia nulla di sbagliato nell'"omaggio a Brassai" di questo video, insomma, trovo piuttosto bizzarro l'accostamento fra una spensierata festa di carnevale dell'anteguerra, e il richiamo alla concitata iniziativa politica a favore della quale l'Lp raccoglieva fondi.
Il mio è ovviamente solo un parere personale, tale però da spingermi a giudicare questo video sì grazioso e, per quegli anni, anche coraggioso, ma non necessariamente memorabile. Una volta passata la sorpresa per l'ambientazione, infatti, si tratta solo di un'esibizione della cantante in mezzo a coppiette in costume che ballano.
Ciò detto, la canzone è romantica e bella, la O'Connor è brava, il filmato è curato... dunque uno sguardo a questo video bisogna senz'altro darla, prima o poi.