Read my lips (1990). Jimmy Somerville canta contro l'Aids.

Girato dallo stesso regista e nello stesso anno di "From this moment on", dedicato allo stesso tema (l'Aids), questo secondo video differisce dal primo come il giorno dalla notte.

Una volta di più il problema è quello che ha sempre afflitto (e silurato) tutti i videoclip di Somerville: la reticenza sul tema gay, che arriva fino alla vera e propria censura.
Che senso ha infatti, per una canzone relativa alla lotta contro l'Aids, un video costruito interamente su una sequenza di volti che non mostra mai, neppure per caso, il volto d'una persona o coppia riconoscibile come gay, ossia come parte della comunità che in quegli anni era una delle più duramente colpite dall'Aids in Occidente?
Che senso ha, soprattutto, costruire questo video come una sorta di lungo "spot" pubblicitario per Act Up!, l'organizzazione politica animata soprattutto da persone omosessuali, il cui slogan era "SILENZIO = MORTE", se poi non si osa mai dire in tutto il video di quale "silenzio" si stia parlando?

Insomma, come tutti i video di Somerville anche questo è un'occasione sprecata.
Lo è al punto da sfiorare il paradosso: Somerville, militante gay dichiarato, ha prodotto un solo video a tematica gay in tutta la sua carriera di solista, non riuscendo mai a dare un viso e un corpo agli amori delle sue canzoni, mentre altri cantanti, eterosessuali o comunque meno militanti di lui, stavano già minando alle basi, in quello stesso periodo, il sistema della censura, riuscendo a far apparire la tematica glbt nei loro clip.

Certo, le parole della canzone non sono particolarmente ispirate, anzi scadono a tratti nel didascalico-propagandistico: "Guardami negli occhi ed essi ti diranno / che il troppo è troppo, è troppo, è troppo. / (...) / Ci servono cure, non compassione".
Certo il regista avrà comprensibilmente faticato a trovare ispirazione in un testo di questo tipo, e infatti il risultato è a sua volta didascalico e retorico... ma qui siamo proprio al livello del minimo sindacale e del minimo sforzo. Il risultato è infatti un video svogliato, e per nulla "ispirato".
Insomma, questo è un lavoro di routine: un po' di assemblaggio di volti, qualche scena in cui Somerville canta e balla, e qualche altra scena in cui a ballare sono le due coriste. E qualche gesto retoricamente enfatico a condimento del tutto.
Oggi un video così lo saprebbe fare un sacco di ragazzini, su Youtube. E temo che in qualche caso lo saprebbe anche fare meglio.

Concludendo. Benché questa canzone costituisca un'importante testimonianza d'un certo momento storico e soprattutto d'una battaglia che alla fine è stata almeno in parte vinta, a me non pare che il video sia riuscito minimamente a catturare lo spirito al tempo stesso tragico e galvanizzato di quel periodo.
Peccato.

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From this moment onJimmy Somerville1990

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