Paraaguas (2007). Di Victor Algora.

È stato girato con pochi mezzi, questo video, che consiste unicamente in una serie di primi piani di persone che cantano o ballano sulle note di questa canzone d'amore dal testo un po' ermetico:

Piovono oceani anziché pioggia (...)
<e> tu sei il mio ombrello;
(...)
e ti sto aspettando in una stazione sconosciuta
e tu mi aspetti a tua volta,
(...)
ed io ti amo da questa stazione sconosciuta
e tu mi ami a tua volta.
Algora è gay dichiarato, ed ha già prodotto piccoli capolavori esplicitamente gay come "David", quindi la scarsa visibilità del tema gay (mai esplicito nel testo, giusto accennato nelle immagini) non sarà attribuibile a reticenza, quanto alla scelta estetica ultra-minimalista ed un poco ermetica che sta alla base del filmato.
In esso, a parte il chitarrista che bizzarramente suona nudo (ma schermato dalla sua chitarra), appare un eccentrico personaggio a torso nudo, con barba e pesante trucco femminile, che posa abbracciato a un bel ragazzone anch'egli a torso nudo ma col volto coperto da una maschera da coniglio.
Alla fine il ragazzo si toglie la maschera, e appare il volto del cantante.

Amo la melodia di questa canzone ed amo il modo di cantare e la voce di Algora.
Al contrario il testo, più che poetico, m'è parso semplicemente aggrovigliato, e basta.
Infine il video, nel suo minimalismo, è semplice, ma a tratti sembra solo quel che è: ridotto all'osso e girato con quattro euro.

Quindi, per quanto io sia convinto del fatto che Algora possa piacere a molti - perché, insisto, è bravo - questo video non può certamente rientrare fra i clip a tematiche gay più significativi del 2007.
Peccato.
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