Amami!

3 novembre 2006, AUT, n. 83, agosto-settembre 2006.

Resistere alla fretta, alla rabbia, all'incapacità di pensare col cuore: entrare in un mondo nuovo, bruciare i ponti col passato. Compito ambizioso per Michela, Roberta e le altre ragazze del mucchio selvaggio, 'lelle' scatenatissime sull'orlo di una crisi di nervi.

Le loro esistenze verranno gayamente sconvolte dall'apparizione di Chiara, una cerbiatta affamata d'amore ma impaurita dalla vita (e dal rifiuto del padre).

I dialoghi serrati e i pensieri a ruota libera restituiscono il gusto della libertà che queste donne difendono giorno dopo giorno contro il maschilismo e l'emarginazione sociale aizzata da una chiesa matrigna.

Quanto al nome di battaglia del nostro indomito quartetto di paria lesbiche - le "Sciamannate" - (ovvero trascurate, sciatte: da ammannare, con pref. neg., "spargere in disordine le messi già raccolte in covoni") piace poter immaginare un altro etimo. Prima ancora che la follia nazista pervadesse l'Europa, in molti paesi cristiani gli ebrei erano obbligati a cucirsi un cerchio di tessuto giallo sull'abito o in un nastro portato su scialli e cappelli: questo segno di riconoscimento infamante era lo "sciamanno".

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