recensione diGiovanni Dall'Orto
In the middle (2010). Il gruppo ucraino dei Kazaky punta al mercato gay.
Il gruppo ucraino dei Kazaky è il tipico prodotto dell'epoca di Internet, e più specificamente di Youtube. Su Youtube sono stati infatti lanciati con un'operazione di marketing chiaramente pensata per i gusti del mercato occidentale. Cantano in inglese, e solleticano sfacciatamente i gusti del mercato gay.
Una loro biografia, apparsa sulla versione inglese di Wikipedia (prima ancora che su quella in ucraino!) con tempestività troppo sospetta per non essere frutto del loro P.R., specificava che il gruppo era nato dalla volontà del coreografo Oleh Zhezhel e del suo partner (sic) Artur Archibaz. La voce di Wikipedia è stata prontamente editata per far sparire l'aspetto gay del gruppo (se volete divertirvi, leggete i commenti isterici che chiedono di cancellare del tutto la pagina!), ma la versione precedente può essere ancora recuperata nel riepilogo storico.
E l'aspetto gay emerge comunque da una bizzarra caratteristica pensata per farsi notare: il fatto che i ballerini danzino indossando vertiginosi tacchi a spillo.
Oltre a ciò (ma questa potrebbe essere solo una strategia di marketing) può mirare soltanto ai gay l'insistenza con cui il regista ritrae il torace nudo e imperlato di gocce d'acqua degli scultorei ballerini.
In questo primo video del gruppo gli aspetti gay sono perciò decisamente espliciti, però al tempo stesso mitigati da qualche scaltra strategia che permetta, a chi non vuole vedere, di non vedere. In particolare, i tacchi a spillo sono specialmente visibili in una ricorrente figura danzante in silhouette (controluce), che per un riflesso condizionato s'è portati a identificare con una donna, proprio grazie alla presenza dei tacchi a spillo. Solo un esame attento di questa figura rivela che si tratta d'un uomo. E se si arriva a capirlo, a questo punto il gioco diventa fin troppo chiaro.
Il video è assai curato dal punto di vista formale, anche se deve scontare l'handicap d'un testo che è semplicemente inesistente (tre parole ripetute all'infinito!) e di una musica dance che è poco più che rudimentale, ripetitiva all'eccesso. Lo salva solo la bravura dei ballerini, che oltre ad essere carini sanno decisamente muoversi, alternandosi in scene sui tacchi a spillo e scene di break-dance.
Prodotto destinato a un rapido consumo, un rapido successo e ad un'altrettanto rapida scomparsa, i Kazaky sono comunque riusciti a proporre qualcosa di diverso dal solito, in questo videoclip, anche se onestà impone di dire che per un filmato musicale qui la musica ha un ruolo davvero marginale, rispetto alla danza e all'esibizione degli addominali torniti.
Ma sempre l'onestà impone di notare come, sul tema gay, questo gruppo sia esplicito in modo del tutto inusuale nel Paese d'origine (e non solo).
Forse fra un anno (passata la novità della "trovata" dei tacchi a spillo e perso l'interesse per gli addominali esibiti ormai per troppe volte), i Kazaky sembreranno vecchi e scontati, ma fino ad allora, restano un gruppo simpatico, molto orientato verso la sensibilità gay, ed anche bravo a ballare.
Il video merita quindi la visione.