recensione diGiovanni Dall'Orto
The best thing about me is you (2011). Il primo clip gay di Ricky Martin.
Sembra un po' un incrocio fra "We are the world" e le pubblicità della "United colors of Benetton", questo video che Ricky Martin ha pubblicato dopo il suo fin troppo rimandato coming out.
Pace, amore, long live and prosper, vvolemose bbene, sorridi, sii felice e non preoccuparti: c'è tutto, anzi c'è troppo, perché tutto questo Amore Universale alla fine è zuccheroso e stucchevole.
Martin canta attorniato da ragazzi e ragazze uscite direttamente dalle agenzie di fotomodelli, ma abbigliati in modo ostentatamente "casual", che dovrebbero presumibilmente rappresentare (immagino) i ragazzi e le ragazze della strada, la ggente qualunque.
Tutto questo spreco diabetizzante di zucchero amoroso gli è stato necessario per far entrare, dopo anni di menzogne e negazioni rispetto a ciò che tutti sapevano già, il tema dell'omosessualità.
Un tema che tutti si attendevano fosse infine sviscerato da questo video (la scena iniziale in cui Martin si strappa il bavaglio che riporta la scritta "TU = ME" può alludere solo a questo, in modo da soddisfare le attese fin dai primi secondi), ma che la casa discografica non sembrerebbe ancora ben certa di come gestire, dato che Martin è stato commercializzato per troppi anni come "il cantante delle ragazzine".
La risposta delle ragioni del suo coming out, per chi voleva averla, è nel testo, chiara ma non troppo esplicita per non spaventare nessuno:
prendo ogni giorno per come viene
e non mi prenderò più tanto sul serio".
Dunque, coppie interrazziali, coppie interreligiose (appare una coppia con lui dai tratti occidentali e lei in chador, che sorridono e fanno il gesto di "vittoria") e infine, audacia audacia, una coppia gay ed una coppia lesbica.
Non voglio essere cattivo, dato che la musica è pur sempre una merce - per quanto una merce gradevole - e il mercato è il mercato: di certo convertire Ricky Martin in un'icona gay pretendendo di non alienarsi le sue fans precedenti non era nemmeno pensabile.
Certo però che il regista in questo filmato è andato avanti col freno a mano tirato, molto più di quanto fosse tenuto a fare. Guardando il video io l'ho infatti trovato algido, distante, estetizzante e troppo carico di orpelli visivi, come se stesse cercando di distrarre la nostra attenzione proprio dal tema di cui voleva parlare.
A sua discolpa posso dire solo che il testo è talmente cretino ("Il dottore dice che c'è qualcosa che non va in me / il sorriso sul mio volto non ha rimedio / (...) Sono allergico alla tragedia") che salvare il video era già in partenza una bell'impresa.
In questa situazione non ha però certo giovato la scelta di rubare di peso l'estetica ai filmati pubblicitari di moda.
I ragazzi e le ragazze sembrano infatti intenti a pubblicizzare i capi di vestiario che indossano, o qualche profumo, mentre di amore ne trasuda ben poco, dalle loro coppie. Quel che ci vedo io è un gruppo di fotomodelli messi in posa in uno studio a simulare coppie di varia combinazione. Non certo un inno all'Amore Universale.
Il regista ha cercato di darci lo zucchero dell'amore, tralasciandone l'amaro, ma a furia di usare limmagini troppo sintetiche per essere vere ci ha dato solo saccarina.
Certo, è innegabile che la cura formale del filmato sia maniacale.
Questo è un prodotto professionale con un budget decente, e la differenza rispetto a tanti video fatti in casa, o senza mezzi, spicca immediatamente alla prima visione. Non c'è un capello che sia fuori posto, non c'è un'ombra che sia sbagliata, non c'è un ghirigoro che non sia piacevole. Non c'è nulla che non sia "artistico".
Esteticamente, lo dico a scanso di equivoci, il video è riuscito. Lo si guarda con piacere, se ne apprezza la cura dei dettagli, si nota che in questo filmato tutto è bello, carino, piacevole.
Ma la vita non è così. Chi desidera darci un messaggio sul senso della vita, dovrebbe ricordarsi che dopo i dieci anni sappiamo distinguere tutti una favola dalla vita reale. Piace a tutti sognare, ma sappiamo anche di non essere affatto belli, giovani, strafighi da far paura come i modelli che teoricamente dovrebbero rappresentare noi, nel filmato. E qui casca l'asino...
Concludendo, il video merita la visione, specie per chi è curioso di sapere in che modo traspaia l'omosessualità ormai non solo dichiarata, ma esibita, di Ricky Martin. Basta solo non prendere sul serio il presunto "Messaggio" sull'Amore e il Senso della Vita che cerca di spacciare: i "Baci Perugina", al confronto, sono un trattato di filosofia!