recensione diMauro Giori
Sinchronicity
La storia è la più vecchia del mondo: lui (Jase) sta con lei (Fi), che però improvvisamente si innamora del migliore amico di lui (Nathan), ricambiata. Fi e Nathan finiscono anche a letto insieme, ma sono mezzi ubriachi e fingono che non conti. La questione si complica ulteriormente quando, in un locale, Jase si chiude in bagno con un aitante medico, Mani, mentre Fi e Nathan lo aspettano di fuori. Il fatto è che, nonostante vari incontri occasionali, Jase non ammette di essere gay: ma quando di Mani si scopre innamorato, non può evitare di cominciare a porsi qualche domanda. Jase tiene la cosa nascosta a Fi, ma si confessa a Nathan, il quale non sa più che pesci prendere: raccontare tutto a Fi e conquistarla, liberandola da Jase che la tradisce in modo inverecondo, o rispettare il vincolo di un'amicizia secolare e assecondare Jase, ingannando però l'amata Fi e rischiando di perderla definitivamente?
La BBC fa la sua parte per aggiornarsi rispetto ai disinibiti serial delle televisioni private o satellitari. E la fa con la consueta professionalità: la serie è ben scritta, ben recitata, ben montata, e si esaurisce in poche puntate senza allungare troppo il brodo. Tutto funziona ottimamente, ridando linfa a un triangolo risaputo anche grazie a qualche tocco "di colore". Nathan, per esempio, è redattore di una rivista porno e per esigenze professionali si trova ad avere a che fare con ogni genere di prostitute, con orge per scambisti, con una datrice di lavoro ninfomane che è identica a sua madre, e soprattutto con un'affabile collega trans. E c'è spazio anche per argomenti decisamente inconsueti: a quando risale (se mai vi è stata) l'ultima serie che ha dedicato una puntata (intelligente, oltreché divertente) alla gonorrea?