recensione diGiovanni Dall'Orto
Finally, di Joseph Adam (2009). Splendido videoclip sul matrimonio gay.
Proprio come il clip che accompagna questa splendida cover della canzone di CoCo Peniston, del 1993, di cui molti ricorderanno l'esilarante presentazione nel film Priscilla.
Il video si apre su un (bell')uomo che si sveglia nel suo letto, si alza e si prepara per la giornata. A poco a poco la videocamera rivela la presenza di un altro (bell')uomo nella stanza, un nero, che si è già vestito, con una vestito nero da cerimonia.
Seguiamo i due mentre salgono in metropolitana (dove brevemente siede accanto a loro il cantante), dove si tengono per mano. E già questa scena in cui i due attori sprizzano felicità da tutti i pori nonostante il loro matrimonio non preveda limousines ma un dimesso e semplice viaggio in metropolitana mi ha colpito moltissimo. Perché riesce a trasmettere il messaggio che la cerimonia a cui stanno andando i due partner, nell'indifferenza della loro città, è importante per ciò che significa per loro, l'uno verso l'altro, e non per accontentare l'opinione di coloro che stanno attorno a loro.
I due arrivano all'appuntamento con un loro amico en travesti, un attimino sgargiante ma se non altro sciccoso, che li sta aspettando con un cestino di petali di rosa in mano.
Segue una splendida scena in cui la drag queen precede i due sulla scalinata d'un enorme edificio (presumibilmente un Municipio), spargendo i petali sulla loro strada mentre incede.
Il video si conclude con la coppia che esce dal palazzo con in mano un attestato: la loro amica asciuga una lacrima di commozione e li saluta, e i due sospirano di sollievo, estasiati. Un bacio fra i due, un primo piano sul pezzo di carta, e gli sposi si allontanano. "Finalmente", dice il ritornello della canzone, "infine anch'io...".
L'estrema semplicità dei gesti degli attori di questo filmato costituisce il vero "pugno nello stomaco". Senza fanfare, senza celebrazioni, senza folle, il matrimonio dei due uomini si mostra simbolicamente come quel "figlio di un dio minore" che è per la società. Ma si mostra anche come un commovente momento intimo per i due diretti interessati (e nei commenti su "Youtube" qualcuno confessa d'essersi commosso, e fatto venire i lucciconi agli occhi!).
I due novelli sposi sono felici per quel che sta accadendo fra loro due, incuranti del fatto di non avere attorno a sé - a differenza di quanto accade nei matrimoni eterosessuali - famiglie festanti o conoscenti plaudenti. Sono loro due, e il loro amore, ma questo a loro basta.
Con queste scelte artistiche i registi hanno saputo concentrare tutta l'attenzione dello spettatore sulla rilevanza degli affetti famigliari, dell'intimità, dell'amore reciproco, che sono la base della battaglia per l'eguaglianza di diritti fra coppie etero e coppie gay.
Il testo della canzone, che ovviamente non era stato concepito per il video, è stato usato con intelligenza, in modo che le sue parole s'integrano perfettamente con quanto stanno mostrando le immagini:
"Infine è successo a me, / proprio davanti alla mia faccia, / ed io non posso nasconderlo. / (...) /
Infine sei arrivato / e quello che provo per te non può essere sbagliato".
Come se non bastasse, la cover di Adam Joseph è per sé un piccolo gioiello, con deliziosi influssi soul che mitigano il carattere disco dell'originale, e dialogano con un malizioso accompagnamento d'organo in sottofondo, che ovviamente strizza l'occhio all'atmosfera "matrimoniale".
Il cantante è bravo e preparato, e per farla breve, il risultato musicale è assolutamente splendido.
Da parte sua la regia è curata, pulita, senza sbavature e professionale, dimostrando che "semplicità" non è affatto sinonimo di "superficialità".
Io un dieci pieno come voto, a questo video, lo do volentieri, ed ovviamente ne consiglio la visione.
Post scriptum: il 24 giugno 2011 lo Stato a cui appartiene la città in cui vive Adam Joseph, New York, ha legalizzato i matrimoni fra persone dello stesso sesso. E così anche questo video ha dato il suo piccolo contributo a una vittoria...