Souvenir, di Pier Cortese (2005). Quando la tua ragazza è bisessuale.

La canzone che questo video illustra è piuttosto semplice, ed anche il video lo è.
Il clip è infatti interamente giocato su una piattaforma rotante, sulla quale si alternano Cortese (che canta e suona la chitarra), un'attrice che rappresenta la sua ragazza, e una serie di oggetti e ninnoli scelti in quanto stereotipi dei luoghi comuni relativi alla Francia e a Parigi (dalla Tour Eiffel in plastica al sapone di Marsiglia, alla fisarmonica, fino alla "Gioconda" - con una piccola gag degli sceneggiatori che sul retro della foto hanno messo in evidenza la scritta "Fac simile", per sottolineare la falsità di tutti gli stereotipi con cui si stavano divertendo).

La canzone racconta infatti d'una storia d'amore vissuta a Parigi dall'io narrante, anch'egli di nome Pier, con una donna che si chiama Melisse.
La donna "riparte", e prima di lasciare Pier gli consegna un souvenir, un biglietto, da aprire dopo che sarà andata via.
Nel biglietto sta scritta la ragione della partenza: lei ama una donna.

Il video, alla ferale notizia, non interrompe la sequenza d'oggetti rotanti, ma si adegua. Appare così una bottiglia di spumante appena stappata, poi una torta nuziale, sovrastata da due donne in abito da sposa (carino, come commento visivo), poi un attimo in cui il regista, fingendo ingenuità, si diverte come un pazzo mostrando un elmetto gallico alla Obelix (che infatti è mostrato subito dopo) con due corna colossali, per finire con una trasformazione: laddove c'erano, schiena a schiena, Pier e Melisse, dopo uno stacco su un dettaglio la cinepresa torna sulle due figure, ed ecco che c'è una donna, al posto di Pier, del quale indossa il berretto alla franssscés e le bretelle. Come dire, "mo' una donna s'è messa nei tuoi panni...".
E sinceramente mi piace il modo ironico e leggero (anche se magari non proprio simpatetico con il povero "cornuto", poverino!) con cui il regista ha trattato la vicenda.

Le due modelle che interpretano la coppia lesbica non hanno nulla di denigratorio (anzi, sono semmai due strafighe tendenti un po' troppo al lesbo-chic) e nulla viene fatto per metterle in cattiva luce.
Questo video è insomma il gradito segnale di un'apertura alla tematica lgbt anche nei videoclip italiani che, nonostante abbiano dovuto attendere fino al 2010 per un vero e proprio "sdoganamento" del tema, iniziano già qui a parlarne per immagini, finalmente, senza più panico o isteria o stereotipi.
Era ora...
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