recensione diGiovanni Dall'Orto
Trionfo della carne, Il (1893?)
Di questo libro mi è nota una stampa priva di indicazione di editore (Napoli 1893, alla Biblioteca nazionale centrale di Roma), una del 1898 (edito dalla tipografia Bideri, Napoli, alla Biblioteca universitaria di Catania) e questa del 1903 (Bideri, Napoli, alla Biblioteca nazionale di Firenze).
L'opera è stata ulteriormente riedita nel 1910 come: Cav. Marino e Giorgio Cattellani, Amori illeciti (Il trionfo della carne), Bideri, Napoli 1910.
Questo volume di novelle contiene il racconto "Ermafrodito" (che ho ripubblicato integralmente come "Turpi amori" sul mensile gay "Babilonia" nel marzo 1989) dal tono terribilmente e deliziosamente melodrammatico. Si tratta di una delle primissime prove narrative in lingua italiana che affrontino la tematica dell'omosessualità.
Nel racconto un donna scopre che il marito ha una relazione con il cameriere, peggio ancora: è pure un sodomita passivo! Allora, presa da raptus, dà fuoco alla casa e fugge.
Chiaro esempio di gelosia "bruciante".
Si noti l'utilizzo, nel titolo, dell'inadeguato termine "ermafrodito" per indicare ciò che oggi definiremmo con il termine "bisessuale" (che all'epoca era ignoto).
L'uso non è però tanto bizzarro se si pensa che il termine "bisessuale" viene dalla biologia, dove in origine indicava gli animali e le piante dotati di entrambi i sessi, e che oggi definiamo appunto "ermafroditi" o "pseudoermafroditi" (a seconda dei casi).
Indubbiamente il titolo riflette però anche la convinzione, del tutto comune a fine Ottocento, secondo la quale l'omosessualità maschile era una condizione di pseudo-ermafroditismo, che mescolava caratteri maschili (il corpo) e femminili (la psiche).