Gigolò, dei Cipria (2010). L'allegro prostituto dagli occhi blu.

Come ho già detto parlando della canzone, il testo in sé non permette la definizione di "canzone a tematica gay", dato che non specifica l'orientamento dell'io narrante, che è un prostituto che magnifica le proprie doti e promette di far "volare" chi acquisterà le sue prestazioni. Né viene mai specificato il sesso dei/delle clienti, ed anche se in italiano in genere per "gigolò" s'intende il prostituto che si offre a donne, a questo livello potrebbe anche proporsi ad una clientela maschile:

"Eccomi, un gentleman, / pronto dentro a questo cachemire / per il week-end. / (...) /
Di me non ti pentirai! /
Stanotte, vola! / Non dire una parola: / sono il gigolò".

Poi però il video provvede a disambiguare la materia, mostrandoci il cantante del complesso (dotato di adeguata presenza scenica e due occhi tanto azzurri da sembrare colorati con la computergrafica) al telefono con una donna un po' sovrappeso ed agée.

Dunque è tutto chiaro: il signorino si vende alle donne, e questa canzone non rientra nel tema della presente bibliografia.

Ciò viene confermato dalla narrazione, che vede il prostituto recarsi all'appuntamento con la cliente (che a dire il vero, quando è mostrata a figura intera sembra un travestito, con l'aria da zombie e una parrucca farlocca, e non ho dubbi sul fatto che anche questa ambiguità sia deliberata). Strada facendo, i compomenti del complesso incontrano uno alla volta il cantante/prostituto e si uniscono via via a lui, salvo essere bloccati dal "buttafuori" all'ingresso del locale, nel quale entra solo il cantante, che incontra la cliente.

Le scene finali vedono il complesso trasformato nell'orchestrina che allieta i clienti del locale, tant'è che il prostituto saluta la cliente e va ad esibirsi sul palco, riprendendo il suo ruolo di vocalist del gruppo.
Dunque, tutto parrebbe chiaro e definito.

E invece no. Perché nel videoclip la presenza gay viene tirata in ballo da una serie di scritte (ingraziosite da qualche refuso) che verso la fine intervallano le immagini, affermando che ogni giorno in Italia persone eterosessuali ed omosessuali ricorrono ai gigolò perché insoddisfatte del loro uomo. Ed ogni anno ci sono gigolò che si arricchiscono senza chiasso, senza badare alle caratteristiche fisiche altrui.
E qui arriva un'affermazione stranissima: "Se tutti fossimo gigolò saremmo un po' meno ricchi, ma più etero e omosessuali sarebbero felici". Ah, ecco... Bastava pensarci...

In conclusione arriva poi la vera cannonata: dopo che è apparsa la parola "Fine", è menzionato la manifestazione del Sicilia Pride del 2010, che si sarebbe tenuta a Palermo il 19 giugno di quell'anno. E sinceramente mi si scusi se non vedo il rapporto fra la prostituzione ed un gay pride...

Al di là di queste considerazioni, la canzone gode d'un ritornello davvero azzeccato ed orecchiabile, di un cantante bravo e con una bella voce (oltre che - come detto - di una presenza fisica che lo rende credibile nel ruolo in cui appare nel video). Merita quindi decisamente la visione.

Peraltro la versione pubblicata dal gruppo su Youtube è vistosamente fuori sincrono: immagino sia un'ingenua misura anti-pirateria.

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