Rue de l'Odéon. Due donne.

Sono Sylvia Beach e Adrienne Monnier.
Sono due donne che lavorano.
Sono due lesbiche.
Sono due grandi professioniste della cultura dell'inizio del Novecento.

Sylvia Beach ha scritto le sue memorie e la storia strabiliante della sua piccola libreria, Shakespeare & Co, e della casa editrice da cui uscirà il più grande romanzo del secolo, l'Ulisse di James Joice.
Adrienne Monnier, sua compagna di vita, libraia anch'essa, con la famosa Maison de Livres, in Rue de l'Odeon, proprio di fronte alla libreria inglese dell'amata, ci ha lasciato invece una raccolta di scritti, ora meritoriamente pubblicati dalla :due punti edizioni, di Palermo. E a leggere questi scritti d'occasione, articoli, lettere, recensioni, ci rammarichiamo che Adrienne non sia riuscita a dare una forma conclusa al racconto della sua vita, perché la sua è una scrittura briosa, vivace, che ci fa rivivere il piacere di ogni momento.

Adrienne viene da una famiglia della piccola borghesia. Se Natalie Clifford Barney deve la sua grande ricchezza alla costruzione della rete ferroviaria americana, anche Adrienne deve qualcosa al treno: il padre viene coinvolto in un grave incidente ferroviario, rimarrà invalido ma darà il buon indennizzo ricevuto alla figlia perché possa finalmente fondare sulla Rive Gauche la piccola libreria che tanto desidera.

Una piccola libreria fondata poco prima delle Prima Guerra Mondiale, una libreria per intellettuali, dove si effettua il prestito a pagamento e dove abbondano le riviste letterarie. Una libreria che sarà sede di famose prime letture, di un informale circolo letterario che verrà riunita l'Intellighentsia francese e non solo, nel periodo fra le due Guerre Mondiali.

Dopo pochi anni dalla sua fondazione sbircerà da queste vetrine una giovane e squattrinata Sylvia Beach, una delle tante americane a Parigi. Anche Sylvia viene da una famiglia colta ma non molto ricca. La madre la aiuterà a coronare il proprio sogno: fondare a Parigi una libreria inglese.

Sylvia e Adrienne sono le prime lesbiche "normali". Sono donne che lavorano per mantenersi, non sono grandi ereditiere, non vanno in vacanza in Giappone oppure a Lesbo. Sono donne semplici, ma sono grandi donne. Hanno compiuto imprese che forse non erano accessibili alle grandi ereditiere: non ne avevano il tempo, fra una donna, un party e un viaggio.
Come industriose formichine Adrienne e Sylvia hanno costruito un pezzo della cultura francese e della cultura americana in Europa. Grandi amiche di Hemingway, sono coinvolte nella Resistenza ai nazisti; Sylvia, come americana, sarà internata in un campo di prigionieri di guerra.
Non si sono mai sottratte al confronto con i terribili giorni in cui si sono trovate a vivere.

In questi testi Adrienne non nasconde, ma nemmeno racconta la storia d'amore che legherà per moltissimi anni a Sylvia.

Non racconta, purtroppo, il suo legame con la giovanissima fotografa Gisèle Freund, accolta in casa loro da profuga ebrea, in fuga dalla Germania, un legame che probabilmente metterà per sempre fine al sodalizio amoroso con Sylvia, benché la solidarietà fra le due donne continuerà ancora a lungo.

Né ci racconta delle meravigliose immagini che Gisele, innamorata, le ruba al mattino presto, quando un'incantata Adrienne fissa intensamente l'obiettivo e chi lì dietro si nasconde.

Adrienne ci regala il piacere di una passeggiata di inizio secolo in una Londra brumosa, dove una giovane francese alla pari, perde la strada a Charing Cross e poi la ritrova.

E gli incontri letterari e il racconto di un mestiere che è molto più di una professione, è passione, è mistero, è la scelta di una vita.

Ripercorre con commozione e tenerezza i primi passi di questa improvvida ventenne alla ricerca del locale adatto per fondare la sua piccola libreria, i tentativi per rimanere sempre a galla, il sostegno degli scrittori, il passaggio di tutti i più grandi intellettuali europei, anche italiani, negli eleganti locali della Maison.

E' qui riportato anche l'ultimo scritto di Adrienne, il biglietto che ha scritto prima di suicidarsi. Penso che sia un pezzo bellissimo da cui abbiamo molto da imparare. Adrienne è molto malata, consapevolmente decide di porre fine alla propria esistenza. Lo fa con grande serenità:
"Vado verso la morte senza timore, sapendo che nascendo qui ho trovato una madre e che troverò una madre anche nell'altra vita".

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