recensione diStefano Bolognini
Il costume inglese senza Wilde
Monumentale saggio che in quasi 500 pagine si ripromette di sintetizzare il cambiamento dei costumi inglesi e della sessualità dal Medioevo agli anni Sessanta del '900.
Purtroppo il tentativo è miseramente fallito: il lungo saggio si limita a raccontare una successione di fatti, basata su scarse memorie dei tempi e fonti mai dichiarate.
Il risultato è un testo che rimesta nelle scollature femminili e tra le gonnelle, dimenticando bellamente il processo a Oscar Wilde. E questo è davvero un po' troppo per qualsiasi analisi sull'erotismo e della sessualità inglese che si dica tale...
Tra le righe qualche riferimento all'omosessualità che meglio rende l'idea della (scarsa) qualità del testo: secondo l'autrice, per esempio, alla corte di Guglielmo il Rosso "i giovani tendevano a gareggiare con le donne nella grazia della persona, nell'affettazione della camminata, nel mostrarsi seminudi ed ancheggianti".