Con pedigree

Con Pedigree è il primo volume di una fortunata trilogia di Lola Van Guardia.

Forse per una sorta di contrappasso, dopo averci fatto soffrire, amare e lottare con la protagonista di Stone Butch Blues la casa editrice "Il dito e la luna" propone un testo di tutt'altro genere.


Ambientato a Barcellona, il libro fornisce uno spaccato della nostra comunità, ironico divertente e intelligente insieme, presentandoci di volta in volta personagge le cui tipologie ritroviamo pari pari nella vita quotidiana.

Le cacciatrici, popolo della notte, nel loro eterno peregrinare di locale in locale alla ricerca di inedite esperienze, possibilmente a più voci.

La Don Giovanna, sempre alla ricerca della partner più improbabile, sia pure la gattofila di turno che non esita a sacrificarla in nome dell'amato bene a quattro zampe.

Le politiche, raggruppate in tanti piccoli agglomerati pronti a darsi battaglia per le questioni più importanti: dal nome del locale alla necessità di dotarsi di un patentino da lesbica Doc per fare un po' di chiarezza. Ma come per tutti gli esami i risultati sono spesso imprevedibili.
E che dire della giornalista d'assalto Tea De Santos, etero dura e pura, decisa a togliere il velo nel suo salotto televisivo alle lesbiche famose, portatrici di pluma loro malgrado. [Nota: Pluma: invisibile, imponderabile, inconfondibile segno di riconoscimento delle cittadine del grande, meraviglioso e diviso mondo lesbico. Grazie a questo libro scoprirete che esistono infiniti modi di portare la pluma, dal più casual al più elegante; c'è chi la porta con baldanza, chi con coscienza politica, chi con prudenza; e c'è chi la porta e non lo sa].

Isabel gioca molto con la lingua e inventa una Barcellona tutta al femminile, dove le cittadine abbandonano la metropoli per il primo weekend al mare, e sembra facile trovare idrauliche e imbianchine, oltre alle meritorie cat-sitter.


L'effetto di straniamento è forte e divertente, ma come precisa Isabel, dopo tanti secoli di maschile dominante, basta un maschio su cento donne per rendere tutti i vocaboli maschili: che succede se all'improvviso decidiamo che il genere universale diventa il femminile?

Una stravagante parodia della realtà quotidiana in cui il nostro mondo di lesbiche a oltranza diventa all'improvviso il mondo di tutti (anzi di tutte).

Chi ha avuto la fortuna di conoscere Lola, alias Isabel Frank, durante il tour di presentazione in Italia ha potuto apprezzarne l'ironia e la presenza scenica: la lettura in spagnolo e in alcune parti in catalano ha anche fatto capire come la traduzione, benché attenta e molto curata da parte di Margherita Giacobino e Sara Zanghì, non sempre riesca a rendere la vivacità del testo e le sfumature lessicali.

E' un'opera piacevole e godibile, che si pone intenzionalmente al di fuori del filone della letteratura lesbica a sfondo tragico, come ben esemplificava l'omaggio dei pacchi di Kleenex lasciati via via dall'autrice sul luoghi della presentazione.

A qualche lesbica intellettual-chic ha fatto storcere il naso, ma forse si potrebbe rispondere con una riflessione della stessa Isabel: per poter fare dell'ironia sulle esperienze bisogna come minimo averle elaborate.

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