Lady Man

8 febbraio 2012, Anobii

di Elena Tartaglione, Arcigay Valle d'Aosta.

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La transessualità non è più un soggetto tabù. Invade le pagine dei giornali, i dibattiti televisivi, le fantasie degli italiani in cerca di esotismo sotto casa.

Si parla indifferentemente di trans al maschile, o di viados, ignorando che il primo termine è un errore (si declina la parola al femminile, quando si parla di chi vive un'identità di donna in un corpo maschile), e che il secondo è considerato un insulto, al pari di frocio, in Sudamerica, dove lo hanno coniato. E soprattutto si associano infallibilmente le donne transessuali al mestiere della prostituzione. Quanto agli uomini transessuali, ovvero coloro che transitano dal femminile al maschile, sono, viceversa, completamente ignorati.

"Ladyman" libro-inchiesta della giornalista Isabella Marchiolo, contribuisce a mettere un po' d'ordine nel magma confuso di paure, pregiudizi e ignoranza che rende il nostro Paese uno dei luoghi meno sicuri per le persone transessuali di tutto l'Occidente. Per fotografare la situazione, oggi, delle persone transitanti, esseri in divenire, Isabella Marchiolo ha scelto uno stile instabile e mutevole, che oscilla tra l'inchiesta giornalistica e il diario, la raccolta di testimonianze e l'autoconfessione. Come se per chiedere a delle persone di svelarsi l'autrice dovesse a sua volta accettare di entrare nell'inquadratura ed attendere l'autoscatto.

Le donne intervistate sono sia italiane che straniere, alcune prostitute, altre niente affatto, sono di estrazione popolare o benestanti, operate oppure no. "Ladyman" non propone un unico "modello" di transessuale, ma attraverso interviste e rielaborazioni letterarie di racconti in prima persona rende conto di una varietà di stili di vita, concezioni, auto percezioni e rappresentazioni, che ci portano invariabilmente ad interrogarci su di noi stessi, su ciò che significa essere, per noi, uomo o donna, e sulla nostra concezione del mondo, culturalmente suddiviso in "maschile" e "femminile". Il risultato è un libro che non fornisce risposte predigerite, ma allontana le convinzioni dure a morire tese a discreditare le persone transessuali, e le sostituisce con domande a cui non si troverà una risposta definitiva.

"Cosa significa essere uomo, essere donna? Quanto conta il dato anatomico, e quanto quello culturale ed educativo? Quanto sono distanti uomini e donne tra loro?".

Infine, un'altra domanda sorge spontanea: cosa aspettiamo a lottare contro la discriminazione sul lavoro delle transessuali, alle quali è, quasi sempre, impedito di trovare un'occupazione lontano dalla prostituzione?

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