recensione diDaniele Cenci
Manifesto gay
Mentre nei mass-media dilagano le comparsate di "eterochecche rococò e gay eterosessualizzati, che un momento fanno le ballerine e subito dopo diventano sociologhe" dispensando pareri a destra e a manca, non possiamo che accogliere con amorevole attenzione tutti gli sforzi per restituire memoria e dignità ai gay e alle lesbiche che si sono battuti per le libertà di noi tutti in tempi in cui semplici allusioni potevano spingere alla morte civile e al suicidio.
I primi brogliacci del movimento gay italiano vengono ora ripubblicati da Massimo Consoli, animatore delle primitive e semi-clandestine aggregazioni frocialiste della capitale sul finire degli anni '60, oltre che testa di ponte col mondo anglosassone e curatore di uno degli archivi a tematica omosessuale più completi d'Europa (in buona parte acquisito dallo Stato).
Il libro ripropone il mitico "Manifesto per la rivoluzione morale: l'omosessualità rivoluzionaria" (1971), ispiratore del FHAR in Francia e del FUORI! in Italia, ed è corredato da tutta una serie di materiali graffianti e politicamente scorretti (cioè sinceri), come c'era da aspettarsi dalla indomita e generosa natura di uomo e intellettuale dell'autore, che si è speso sempre sino allo spasimo per la comunità glbt.