recensione diGiovanni Dall'Orto
Istinto omicida [2008]
Non sono riuscito a gustare questo albo per una circostanza molto particolare: gli sceneggiatori hanno preso le mosse da un caso criminale realmente avvenuto negli Usa: quello d'un serial killer che adescava poveri ragazzi sbandati, adolescenti per lo più, li torturava atrocemente e poi li uccideva. Ed una cosa è vedere in un fumetto ammazzare esseri di cartone e di fantasia, tutt'altra vedere trasposta in immagini una storia vera, con veri esseri umani che patiscono le torture.
Nel fumetto appare un episodio davvero accaduto (una delle vittime, uno straniero, era riuscita a scappare, ma due poliziotti lo riconsegnarono al suo carnefice che li rassicurò che s'era trattato solo d'una lite tra omosessuali, e che il ragazzo che cercava di far capire loro che l'uomo voleva ucciderlo stava avendo solo una crisi da checca isterica. Ovviamente il ragazzo fu ucciso; il suo solo torto era stato quello di non essere bianco, e quindi non credibile a priori.
La sceneggiatura si distacca dal reale a questo punto, immaginando che l'assassino (un conduttore televisivo) fosse stato scoperto e fosse morto in prigione, e che uno dei due poliziotti responsabili di quel gesto avesse vissuto da allora in poi con il tormento del ricordo di quel drammatico errore. L'episodio riesce a diventare per lui incubo ed ossessione finché, quando ricominciano le morti di giovani sbandati con il medesimo rituale che era tipico del defunto serial killer, arriva il momento di chiamare l'indagatore dell'incubo. Che scoprirà la verità che sta dietro all'apparente reincarnazione.
La Bonelli editore s'è distinta nel panorama italiano per avere conservato per molti decenni l'atteggiamento tradizionalista da "anni Cinquanta" nei confronti dell'apparizione nei suoi fumetti della tematica omosessuale (il che vuol dire in parole povere che l'ha censurata per decenni).
Qui però, trattandosi d'un efferato caso criminale, la tematica non può fare a meno di filtrare, però la tendenza omosessuale del serial killer è a sorpresa sfumata per quanto possibile. Nel fumetto appare così uno strano tipo di sadico, che gode della sofferenza ma senza il minimo coinvolgimento sessuale.
La narrazione introduce perfino una donna, da lui rapita e, sfuggitagli, era stata la causa della sua cattura e condanna.
Paradossalmente, insomma, l'abitudine a censurare la tematica omosessuale fa sì che nella descrizione di questo assassino sadico la sua omosessualità sia, a sorpresa, per quanto possibile nascosta.
A volte, come in questo caso, l'omofobia dà vita a ben strani risultati...