recensione diGiovanni Dall'Orto
Myrna: un affare in famiglia. "Julia" n. 110, novembre 2007.
In questo episodio riecco apparire la serial killer lesbica, che mette a punto un pian ben architettato per insinuarsi in una famiglia ricchissima alla ricerca di un'infermiera e per la madre, malata e costretta al letto. La sceneggiatura procede con riuscita lentezza, e i pezzi del mosaico si compongono ad uno ad uno, rimandando con sapienza il momento inevitabile in cui Myrna riuscirà ad avere Julia legata e impotente di fronte a sé, dichiarandole platealmente il proprio amore. Ma mentre lo sbudellamento sta per iniziare, irrompe (colpo di scena completamente inedito!) la polizia e la salva. Myrna però riesce a scappare.
Considerato il fatto che la trama era scontata fin dal titolo, dato che la semplice apparizione di Myrna porta già a sapere in anticipo cosa accadrà nell'albo, compreso il finale, gli autori riescono a cavarsela bene, partendo con un inizio quasi idilliaco, arrivando fino a metà della narrazione prima di scoprire l'assassino di Ingrid, l'amante di cui Myrna ha preso l'identità (e la vita, mettendo i pezzi del suo cadavere in frigorifero), procedendo poi a uccidere anche il fratello preoccupato dal fatto di non avere più notizie da lei. E da qui inizia la solita scia d'omicidi e il ritmo accelera fino al solito clou.
Considerato il fatto che personaggi e situazioni stereotipate non lasciavano agli autori la possibilità di giocare troppo sulla suspense, il risultato è buono, basandosi sul disvelamento graduale dei piani di Myrna, sufficientemente contorti da non essere indovinabili nel giro di dieci pagine, come avviene di solito in questo tipo di fumetti.
(Un dettaglio buffo: Julia va a cena in un ristorante giapponese con uno dei protagonisti, che commenta lo strano gusto dei cibi. Un americano che nel 2007 non aveva mi assaggiato il sushi? Ma quanto provinciale e arretrato è il mondo di questo personaggio?).