recensione diGiovanni Dall'Orto
Myrna: il coraggio di uccidere, "Julia" n. 139, aprile 2010.
Julia è appena scampata a uno sbudellamento da parte di Myrna e tutti, amici e colleghi (poliziotti inclusi) vogliono che si faccia proteggere.
Nel frattempo Myrna, ricercata in abiti maschili su tutte le auto in uscita dalla città, cerca d'essere imprevedibile, e invece di allontanarsene ci torna, in abiti femminili. Verrà rimorchiata da un pappone che sta portando al lavoro la sua "protetta", Marlene, che in realtà è una transessuale innamorata di lui che "fa la vita" a suo vantaggio.
Myrna farà amicizia con Marlene, che si presterà ad aiutarla a ritrovare la donna che - racconta - le ha spezzato il cuore con la sua freddezza: Julia. Da parte sua il pappone cercherà d'iniziare alla prostituzione Myrna. Entrambi, ovviamente, verranno uccisi da lei (che ha già assassinato un paio di altre persone giusto per fare buona misura).
Julia (come suo solito) cascherà nel tranello, visto che Myrna userà l'assassinio di Marlene come diversivo per distrarre i poliziotti che vegliano su di lei. Myrna la narcotizzerà e rapirà, ma l'ennesima irruzione armi in pugno (stavolta non della polizia, ma d'un amico) in extremis, al solito salverà Julia e stavolta porterà all'arresto della pericolosa lesbica serial killer.
A furia di ripetere il personaggio, quest'albo mostra inevitabilmente una certa stanchezza, ma pur tirando avanti nella routine, è una routine dignitosa e questo episodio si lascia leggere senza annoiare.
Myrna non ha più nulla da offrire e si limita a ripetere ad oltranza la propria parte. La sola variazione sul tema è qui data dal fatto che il suo amore per Julia è arrivato al punto tale che al momento di assassinarla le è mancato "il coraggio di uccidere", e la sua mano ha esitato per un tempo abbastanza lungo da permettere il salvataggio della vittima. Ma è un po' poco per dire che la vicenda Myrna-Julia non sia ormai troppo scontata.