recensione diGiovanni Dall'Orto
Midnight blues, "Nathan Never" n. 84, maggio 1998.
A tutta prima si penserebbe che questo albo si sia deciso a parlare di omosessualità attraverso il personaggio dell'obeso fotografo Richard Adonis, truccato (porta gli orecchini ed ha la bocca a cuore), effeminato e capriccioso. E invece no: si scoprirà che è "soltanto" un pedofilo. Ah, ecco.
Alla fine verrà peraltro fuori che la misteriosa e bellissima assassina era in realtà un uomo, che s'era trasformato nella gemella (uccisa da bambina durante una rapina) per vendicarsi dei rapinatori. L'identificazione schizoide con la sorella era stata tale "da impedire, con la pubertà lo sviluppo dei tratti maschuili carattristici" (p. 96). E l'albo scivola dall'improbabile al francamente assurdo non soltanto in questo punto, ma anche laddove immagina un virus informatico in grado di uccidere per ipnosi chi osservi lo schermo.
Ma per piacere. E poi Bonelli si lagnava del fatto che il fumetto italiano perdeva terreno...
Con fumetti come questi per le mani, mi sarei stupito semmai del contrario...