recensione diGiovanni Dall'Orto
Crimson spell 2.
Seconda puntata di questa mini-serie in tre volumi. Il volume 1 è qui, il volume 3 è qui).
Può essere riassunta nella formula "more of the same", riproponendo gli stessi personaggi, le stesse situazioni, le stesse ambientazioni del primo volume.
Questo episodio s'incardina attorno a un lungo attacco di demoni, con combattimenti magici e non, concluso con il duello fra un mago nero e il Fato Turchino che accompagna il protagonista. Il secondo è sconfitto e viene rapito dal mago cattivo (che pur avendo una lingua da serpente è donnissima e lunghochiomato anche lui. Ma se le ragazze giapponesi si eccitano per "uomini" così, come faranno a provare mai un orgasmo in vita loro? Persino una trans è troppo virile per loro, al paragone!).
Il vero bersaglio del mago cattivo è però in realtà il giovane principe, la cui capacità di attingere alla forza demoniaca attraverso la sua spada e la sua metamorfosi in Bestia fa gola alle potenze del Male. Rapirne il compagno serve quindi solo a procurarsi un'esca per attrarlo nel Solito Castello Dove i Soliti Cattivi Vivono al Solito Modo, che è un incrocio fra i castelli di Disneyland e quelli di Las Vegas.
Per avere successo, però, occorre spezzare il legame di attrazione fra i due giovanotti, tuttavia l'episodio si conclude con i due amanti, entrambi magicamente privati della memoria, nonostante l'amnesia continuano ancora a desiderarsi ed attrarsi a vicenda, senza sapere perché.
In questo episodio la conduzione della narrazione è particolarmente farraginosa e saltellante, limitandosi ad affastellare immagini ed eventi con la stessa cura e ordine di uno sversamento in una grande discarica a cielo aperto.
Ciononostante l'innesto "contronatura" fra boys' love e fantasy continua a mantenere il suo fascino, almeno a sufficienza per farci desiderare di vedere come andrà a finire nel terzo volume (che purtroppo è uscito dal commercio immediatamente dopo la pubblicazione, per qualche vicenda editoriale non chiarita, e quindi chissà quando e se lo troverò).