recensione diMassimo Basili
Nel cuore di Smog City
Kari è una ventenne pubblicitaria di Mumbai, la Smog City del titolo. Amava Ruth con tutte le sue forze, ma il mondo le ostacolava e così, insieme, hanno deciso di farla finita gettandosi dal cornicione di un palazzo. Entrambe sopravvivono: Ruth prende un aereo e fugge dall'India, lontano dall'amata, mentre Kari si trascina per le strade della città cercando di dimenticare, consolandosi con i suoi incasinati coinquilini, una collega moribonda e un lavoro che disprezza ma che rischia di farla diventare famosa e, se possibile, ancora più cinica e disincantata di prima.
Questa, a rigore, dovrebbe essere una stroncatura, eppure non lo è fino in fondo. Mi dispiace parlare male di questo lavoro, che dovrebbe essere a tutti gli effetti il primo romanzo a fumetti indiano tradotto nel nostro paese. Che poi sia anche a tema lesbico, è quasi un accidente.
Uso il condizionale perché, nonostante in copertina si annunci pomposamente un "graphic novel", ci troviamo davanti a un'accozzaglia di scarabocchi sporchi, infantili e sgradevoli, lontanissimi da una matura narrazione a fumetti, al di là dei tollerabili limiti di disegno, prospettiva e anatomia.
Si dice che un fumetto sia riuscito se possiamo coprire il testo e capire lo stesso, attraverso il disegno, il senso della storia raccontata. Nel caso di questo libro, consiglio di fare il contrario: dimenticate l'orrenda parte grafica e lasciate spazio alle didascalie di un testo davvero pregevole e coinvolgente se goduto a sé stante.