Per diventare gay

Intervista a Mines

6 luglio 2007, "Pride", dicembre 2006

...sembravi una introversa e invece eri solo persa / sembravi una innocente ma ti eri fatta il continente / Però ogni notte esco perché non ho mai smesso / di cercare una donna che mi faccia ancora fesso / ma sto studiando sai per diventare gay / e dire allegramente bambine mie goodbye...". Sono alcuni stralci del testo di "Per diventare gay", la canzone composta da Mines (non si pronuncia "mains" in quanto Mines è semplicemente l'abbreviazione del suo cognome, al secolo Maurizio Minestroni) ultimamente scoperta e lanciata da Fiorello dai microfoni di Viva Radio 2.

Il suo "Per diventare gay", che rischia di diventare un tormentone, ci ha piacevolmente incuriositi. Non potevamo quindi lasciarci scappare l'occasione per conoscere Mines e capire il perché di questo testo.

"Pride" lo ha incontrato pochi giorni prima che firmasse il contratto con la Universal, che ha deciso di ristampare il suo CD Di bar in bar e di pubblicare anche un remix dance della canzone che ha già suscitato polemiche... anche da parte dei gay.

L'improvvisa notorietà, grazie alla trasmissione di Fiorello, ha fatto piovere sul cantautore di Recanati una serie di proposte e il pretesto per trascorrere un po' di giorni a Milano, nella speranza di concludere un contratto discografico.

Va subito detto che Mines è un personaggio genuinamente semplice e ironico, con cui è piacevole scambiare quattro chiacchiere parlando di musica, di donne e amici gay, mentre sorseggia il suo cocktail preferito, il Bloody Mary. Ah, dimenticavo... è anche figo!



Non ho trovato la data di pubblicazione sul tuo CD Di bar in bar: quando è uscito?

Non è ancora uscito ufficialmente. È un'autoproduzione. Sono in trattative con alcune case discografiche e sto valutando le varie proposte. [Pochi giorni dopo questa intervista Mines ha però firmato un contratto con la Universal, che ristamperà il CD con una bonus track: il remix in versione dance di "Per diventare gay", ndr]. È grazie a Viva Radio 2 e a Fiorello che il brano "Per diventare gay" sta diventando una specie di tormentone...



Una risonanza inaspettata?

Si, perché ho sempre composto brani, ma per molti addetti ai lavori non era ancora il tempo di lanciarsi sul mercato. Questo brano mi ha aperto delle porte. Finora sono stato costretto a suonare in qualsiasi occasione mi si fosse presentata: conventions, matrimoni ecc.



Sul tuo sito (http://www.mines1.net/) ho letto che hai girato mezza Europa ma poi hai deciso di tornare in "provincia". Come mai?

Perché comunque se non realizzi i tuoi obiettivi diventi un nomade, e non è esattamente quello che cercavo. Allora ho aperto uno studio di registrazione a Recanati, la mia città natale, dove arrangio anche brani di altri cantautori e musicisti locali.

Comunque è stato più semplice tornare che continuare a peregrinare. Però all'improvviso quando capita l'opportunità, o sono richiesto, riparto e ricomincio. Riesco ad adattarmi bene ad ogni occasione in quanto suono chitarra, tastiere e anche la fisarmonica. Quest'ultima fa parte del mio periodo "bucolico".



Torniamo a "Per diventare gay". Come ti è venuta l'idea di questo brano?

In modo del tutto naturale, io sono etero e volevo dire qualcosa contro le donne, ben inteso, non contro le donne in generale, piuttosto dei miei rapporti fallimentari con le donne, quindi mi è venuta in mente questa formula.

Se però ho avuto contatti è stato grazie a Fiorello, senza il quale il brano sarebbe rimasto nell'anonimato più totale, in quanto vivo in provincia.


Non ti dispiace il fatto che un brano con un testo co
sì equivocabile possa diventare il trampolino di lancio della tua carriera?

No, va bene così, potrebbe essere un'etichetta che uno si porta appresso, ma comunque farò altre cose. Se qualcuno penserà che sono gay vorrà dire che non ha capito niente del pezzo.

Non mi spaventa il fatto che possa essere etichettato come gay, anzi potrebbe esser un motivo in più per giocare sulla cosa.

Io vedo questo brano anche e soprattutto come modo per contrastare i bigotti che hanno pregiudizi nei confronti dei gay. Di fatto qualche amico si è allarmato: "Ma cosa scrivi? Ti prendono per frocio!" Ed io ho risposto: "Ah, si? Dove sta il problema?".

Queste persone vanno affrontate sul piano della loro ignoranza totale. Anzi, sono pronto a combattere contro i pregiudizi, sedebbo scontrarmi per questa cazzata, ben venga, ognuno ha i suoi gusti sessuali...



Il tuo album è pieno di testi e situazioni ironiche ed ho trovato almeno altri due riferimenti a temi glbt, li ripercorriamo assieme?

In questo album ci sono alcuni riferimenti al mondo gay, ma sono abbastanza casuali appunto perché sono etero, anche se ho effettivamente molti amici gay.

Ma andiamo per ordine: "Trans" racconta la confessione che un uomo fa alla sua donna su un'avventura con tre trans. Non si aspetta perdono perché l'ha tradita, ma che lei capisca. Di fatto è una confessione anche a se stesso ("...non trovo una ragione per non farlo..." recita il testo); è una situazione che lui percepisce come intrigante, cui non può, e non vuole, sottrarsi.

"L'italiana che sta aSoho", è dedicata ad un mio amico gay che vive a Londra: Luca è un ragazzo della mia città che ho conosciuto quando avevo 13-14 anni. Credo che abbia scoperto di essere "diverso" prestissimo perché durante l'adolescenza aveva già accettato (e dichiarato) la sua omosessualità. Per diversi anni Luca è cresciuto frequentando il mio giro di amici etero, facendosi adorare per le sue infinite qualità, ma diciamo che oltre che da noi (amici più stretti) è sempre stato accettato e benvoluto da tutti (e questo in un piccolo paese di provincia negli anni '80.....). Poi con Luca frequentavamo anche locali gay, dove lui ci presentava altri amici gay; nelle disco in Romagna ci si divertiva e a nostro modo ci si sballava, poi ognuno era libero di scegliersi il suo partner!... Via! Libertà totale! All'insegna dello sballo e della trasgressione: a quell'età ognuno seguiva i propri istinti e faceva le sue esperienze sessuali. Ricordo che tutto era molto divertente, che non c'erano troppi tabù, che essere gay o etero non faceva differenza!

Insomma, Luca è una persona splendida alla quale sono molto legato, è "l'italiana che sta a Soho".

C'è infine un altro brano, cui tengo molto, ed è "La ballata del dandy". Inevitabilmente quando si dice dandy si pensa subito ad Oscar Wilde.Questo è un brano composto vent'anni fa, era un periodo in cui veniva esaltato il culto del gusto estetico, in cui si vestiva seguendo determinati canoni e con gli amici si condivideva la passione per la letteratura di fine '800. A Bologna, a quel tempo, frequentavo l'università, ci si comportava in maniera coerente a questa moda: era qualcosa che si respirava nell'aria.



Anche in "La marchigiana" reciti "ma senza prima uscire 4 volte con te, no, no, no non lo sopporterei e davvero diventerei gay", ma allora è una fissa?

No, è una citazione! La marchigiana è una donna marchigiana che parla con la "U", con l'accento tipico marchigiano, e alla fine lui dice che non la sopporta più.

Come filo conduttore il disco è un po' contro le donne, ma è un etero che è contro le donne, in maniera ironica, ovviamente. Il fatto di aver avuto tanti amici gay, soprattutto in passato, quando si frequentava i locali... certe cose restano, non ho nessun timore a parlarne.

Anzi, ti dirò che ho sempre preferito i locali gay a quelli etero perché ci si diverte di più, le persone hanno più fantasia, quelli etero a volte sono proprio di una banalità sconcertante. Per locali gay però non intendo quelli dove ci si ghettizza, quelli dove appena entri ti palpano il culo, come è successo a me una volta anni fa a Milano, al Segreta.



A proposito di gay: ti ha scritto qualche gay che ha ascoltato il brano alla radio?

Si, certo, ad esempio mi è arrivata una e-mail di un certo Angelo di Roma che dice: Ciao, ho sentito il tuo brano, deduco che tu sia etero, non si studia per diventare gay, tu non sai che cosa significa essere gay, se puoi rimani etero che è meglio.

Non ha inteso che la mia canzone era anche volta ad abbattere i pregiudizi, e poi ci sono i miei amici a farmi da testimone o, comeli chiamo io, le mie amiche.


Che dire, in bocca al lupo?

Crepi!




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