Cerimonia del massaggio, La.

25 aprile 2005

Ecco un altro di quei libretti deliziosi, di poche parole e quindi poche pagine (solo 95) ma perfetti sotto tutti i punti di vista, che sanno scrivere gli inglesi.

Il tema apparente è l'esame a cui un superiore in incognito intende sottoporre un sacerdote, padre Geoffrey Jolliffe, che sta per celebrare la commemorazione funebre di un suo parrocchiano (nonché suo amante segreto), un massaggiatore.
Il tema reale è la satira d'un mondo: quello, ricco e "patinato" che aveva fatto uso delle prestazioni sessuali del massaggiatore, "marchetta" quasi più per vocazione che per bisogno.

Bennet non manca di prendere in giro i suoi personaggi fin dall'inizio, mostrandone la scarsa dimestichezza religiosa quando scambiano le acquasantiere per portacenere, ma senza mai strafare, senza mai cadere nel grottesco.

Il che non vuol dire che la satira non sia riuscita. La garbata cattiveria camp dello scrittore è senza pietà, comme il faut.

Il superiore del sacerdote sembra più preoccupato per le (insufficienti) doti coreografiche del sottoposto che della sua effettiva fede, quasi stesse giudicando un conduttore di talk-show (mentre la sua palese omosessualità non lo turba affatto, p. 38).

L'assemblea dei fedeli è percorsa da un'onda d'orrore quando uno dei presenti rivela che il caro estinto aveva l'Aids (e alla notizia, tutti iniziano a "provare dei sintomi"...).

E una contro-onda di sollievo, altrettanto comica e graffiante, si spande nell'apprendere che la causa della morte è stata tutt'altra.

In questo mondo in cui tutto appare e non è mai, in cui tutto si compra e vende, il solo personaggio "pulito" appare il giovanissimo amico che era presente, in vacanza, alla morte del massaggiatore (ma l'autore ci lascia il dubbio sul fatto che la sua "pulizia" sia, in realtà, soltanto un ritardo mentale).

Geoffrey, che gli si è avvicinato per sottrargli la pericolosissima agendina con l'elenco di tutti i clienti e delle loro preferenze, ne approfitta per rivolgergli un'avance, prendendolo di sorpresa e facendolo fuggire.

Ma quando costui ci avrà ripensato su e avrà deciso di accettare, ripresentandosi al parroco, sarà quest'ultimo a rinnegare quel solo gesto "sincero" di quella giornata.

La sincerità non è di questo mondo...

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