Champion studio

17 luglio 2005, "Pride", luglio 2005

Capita a volte di ritrovare, nel modo più casuale, cose riposte distrattamente almeno un anno fa.
Mi riferisco a queste belle foto, che ho trovato fortunosamente in Usa insieme a molte altre diapositive simili. Sono tutte firmate Champion studio, alias Walt Kundzicz, foto-pornografo newyorkese ma di natali bosniaco-canadesi.
Il modello ritratto si chiama Sven Holm: anche se il nome è finto, c'è da crederci veramente che fosse giovane figlio d'immigrati scandinavi di prima generazione.
Sono foto rare perché nel 1986 ci fu un incendio e gran parte dell'archivio Champion andò distrutto. Kundzicz stesso ha dovuto ricorrere a scansioni digitali, da alcune piccole stampe sopravvissute, per il suo bellissimo libro antologico Champion (Goliath books) pubblicato lo scorso anno.

Oggi quasi ottantenne, Kundzicz ha ritrovato una giusta notorietà.

Architetto, fotografo dagli anni '50 al 1985, vide l'apice del successo nei primi anni '60, quando assolse alla perfezione il compito di trait d'union stilistico tra la tradizionale foto di culturisti e lo sfacciato nudo frontale (verso il 1968) scaturito dalla moderna rivoluzione sessuale e dalla gay liberation. Queste foto a lato sono
datate giugno 1963, e la cosa mi fa un po' effetto se penso che io sono nato solo un mese dopo, il 29 luglio. Mentre resto allibito per il mio nuovo compleanno, cado pure stordito per come possano restare vivide e ipersexy queste immagini nel loro magico tempo sospeso.
Beate loro. Il modello se è ancora vivo dovrebbe avere sessantacinque anni suonati. Chissà! A quel tempo doveva ascoltare i Beach Boys, ma ben presto sarebbero sbarcati dall'Europa i Beatles con "Please please me". John Kennedy sarebbe stato assassinato a Dallas cinque mesi dopo.
Un periodo cruciale in cui tutto stava cambiando.
Anche nelle foto di nudo. Con una sempre crescente consapevolezza gay e il tramonto dei modelli semidei, eroici esemplari maschili perfetti da adorare. Non più culturisti pompati all'inverosimile, con pose ridicole e atmosfere tanto irreali quanto idealizzate, non più ricerca di un metro di paragone e di un alibi nella scultura antica.

Le foto della Champion studio sono più rilassate, e soprattutto a colori, rompendo definitivamente con la tradizione del bianco e nero del "genere". Con sfondi ordinari e quotidiani, semplici pose. Giovani nudi in striminziti jockstrap che poco lasciano all'imaginazione. Il
tipo dei ragazzi, moderni e friendly, trovati alla Ymca o a Fire island hanno un bel fisico, ma non certo da fanatici da palestra. Le parole d'ordine sono: smooth e lithe.
I temi dello sport e della natura sono puri pretesti, poco importa se i muscoli non sono messi in rilievo: l'importante è creare immagini apertamente erotiche. Gli organi genitali sono sempre più in rilievo, dentro mutandine striminzite (Champion fu il primo studio a usarle trasparenti, pure con evidente erezione, per sbeffeggiare la censura),
ma hanno la stessa importanza del viso dei modelli, specchio di salute e onestà.
Giovanissimi, belli ma molto reali con il loro ottimistico sorriso, dritto con lo sguardo all'obbiettivo, che li avrebbe resi ugualmente popolari.
Questo genere di foto era pubblicato in rivistine con una ristretta diffusione, la maggior parte veniva venduta per corrispondenza ai "collezionisti". L'Autorità postale faceva così il bello e il cattivo tempo, con la scusa d'impedire la diffusione di materiale "osceno".
Solo pochi anni prima Lon of New York era stato arrestato, processato e condannato alla distruzione dei negativi originali in cui si vedevano... ciuffi di pelo pubico sporgere da un ridottissimo g-string.

Ma i tempi si evolvevano, fatta la legge si trovava l'inganno: le riviste diventavano a colori ed in formato più grande, non più con l'alibi del culturismo o della foto d'arte.
Si andava di pari passo con la presa di coscienza di un neo orgoglio gay.
La foto era offerta per illuminare la convinzione che il corpo dell'uomo è puro e sano, che non può esistere nulla d'osceno nella creazione di Dio. Si citava il poeta, gloria nazionale, Walt Whitman con il suo motto: "Io canto il corpo elettrico".
Soprattutto ci si appellava alla libertà d'espressione di libri e riviste, conferita dal primo emendamento della costituzione Usa.
Tali foto davano ai lettori l'opportunità di verifica della propria identità sessuale e la volontà di lottare per il diritto d'ammirare le "immagini proibite".
Alla fine dei '60 tutto ciò confluì nella controcultura. Dal 1965 il mondo cambiò, arrivò il rock, la droga, la moda unisex e il nudismo ai raduni giovanili. Il nudo frontale sbarcò pure sui palcoscenici di Broadway.
Il nuovo uomo androgino hippy non faceva più paura al pubblico come gli uomini tanto muscolosi, quanto troppo dotati, degli anni precedenti. Il nudo era diventato una nuova moda e tutte le star, come Mick Jagger o Rudolph Nureyev, volevano farsi ritrarre integralmente dai più grandi fotografi di moda, come Cecil Beaton o Richard Avedon.
Fu il tramonto di un'epoca, e a poco a poco la foto gay erotica ma artistica dei pionieri scivolò nella pornografia più sfacciata.
E allora, buon compleanno a tutti...

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