Buona versione cinematografica di una commedia teatrale di successo, efficace soprattutto nel modo in cui affronta le tematiche omosessuali, evitando gli eccessi melodrammatici senza alleggerire fino alla superficialità temi e problemi. Impressiona, in particolare, l’ampiezza di prospettive con cui viene analizzato l’universo omossessuale: si parla di coming out e di adozioni, di omofobia e di travestitismo, di fedeltà e di coppie aperte, di vita familiare e di locali con tanto di scene in dark room, di religione e di bisessualità, di rapporti con la società e di quelli con i genitori. Un’ottima antologia, insomma, inappuntabile nei modi del racconto, meno perfetta negli aspetti prettamente cinematografici (salvo qualche idea intelligente, come la sequenza dal montaggio serratissimo nel mezzo del film). Fierstein è perfetto e i suoi duetti con la madre Anne Bancroft memorabili. Divertente senza sguaiature, commovente senza eccessi, militante senza cortesie superflue, è stato e rimane una pietra miliare del cinema gay.